PProsegue la terza edizione di Sentieri d’arte, rassegna curata da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli, con “Polline”, fino al 18 dicembre, un percorso espositivo allestito lungo le Prealpi lombarde dei Comuni di Centro e Alta Valle Intelvi, al confine tra Como e il Canton Ticino. La mostra vede intervenire gli artisti Simone Berti, Caretto/Spagna e Jonathan Vivacqua lungo un percorso ad anello che coinvolge il sentiero basso del Monte Generoso, il sentiero botanico di ERSAF e la strada agro-silvo-pastorale del Barco dei Montoni, passando per uno dei boschi di maggiociondolo tra i più estesi delle Alpi.
Polline rientra nelle iniziative del Progetto MARKS, realizzato a valere sul Programma di Cooperazione V-A Interreg Italia-Svizzera 2014/2020, progetto a cura di Regione Lombardia e Canton Ticino; l’operazione è cofinanziata dall’Unione Europea, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, dallo Stato Italiano, dalla Confederazione elvetica e dai Cantoni. Polline è organizzata da Lanzo Intelvi 1868 S.r.l. e Associazione CerchioStella, in collaborazione con Comunità Montana Lario Intelvese, ERSAF, Fondazione Karl Schmid, Consorzio Forestale Lario Intelvese, Museo e Giardino Botanico Villa Carlotta, e il patrocinio dei Comuni di Centro Valle e Alta Valle Intelvi.
Il titolo della mostra si riferisce al reciproco scambio che si instaura tra le opere e il contesto naturale, in un dialogo continuo tra la dimensione artistica e quella spirituale della natura. Il senso dell’arte, come il polline, è rintracciabile in ciò che si manifesta in modo impercettibile e aereo, afferrabile solo grazie a un impulso d’ispirazione estetica: arte come forma di “fecondazione” e di guarigione, che, tramite l’esercizio della sua pratica, determina una “dipendenza” in grado di porre l’esistenza al servizio di una volontà superiore.
Simone Berti (Adria, 1966) ha ideato per la mostra due interventi denominati Senza titolo. Il primo coinvolge il rapporto esistente tra arte e botanica attraverso l’utilizzo di due alberi di faggio che, crescendo insieme attraverso l’innesto dei loro rami (anastomosi), formeranno un portale-ingresso. La seconda installazione vede la presenza di due grandi anelli dorati allestiti in modo speculare sul tronco di due alberi collocati ai lati del sentiero. La simbologia dell’anello, legata al principio di eternità e immutabilità, si lega a quella dell’ingresso in un altro mondo.
Andrea Caretto (Torino, 1970) e Raffaella Spagna (Rivoli, 1967) hanno realizzato due interventi di tipo scultoreo-installativo. Il primo, Emissari, mette in evidenza la relazione tra la forma dei blocchi di roccia e i due principali agenti che hanno modellato questo territorio: l’antico ghiacciaio e i fiumi. L’assemblaggio di rocce che formano l’opera Mostro Generoso attiva invece la percezione di una forma organica, di un’entità minerale perturbante.
Jonathan Vivacqua (Erba, 1986) ricorre spesso all’utilizzo di materiale proveniente da cantieri edili, che seleziona con cura personalmente per riutilizzarlo e ricollocarlo con fine estetizzante. L’originalità del lavoro di Vivacqua risiede nella semplicità con cui assembla in modo sintetico materiali preesistenti, che possono essere considerati dei “ritrovamenti” non casuali, come nel caso degli interventi Metamorfosi e Tesoro. L’artista si misura con il paesaggio dell’Alpe Grande e del basso sentiero del Monte Generoso dando forma a due installazioni dal medesimo titolo, Scarabocchi, con sottile rimando alle funzioni presenti nei programmi di grafica, che permettono di intervenire attraverso il segno-colore su un’immagine digitale.
Altro fattore che ha ispirato le opere di Simone Berti, Caretto Spagna, Jonathan Vivacqua, è rappresentato dall’approfondimento della poetica dell’artista svizzero Karl Schmid (1914-1998).
Le opere che compongono la mostra Polline sono fruibili con modalità libera lungo il sentiero per i prossimi cinque anni.