Al Museion, Museo d’arte moderna e contemporanea di Bolzano, fino al 5 marzo è allestita la mostra collettiva “K̶i̶n̶g̶d̶o̶m̶ of the Ill”, a cura di Sara Cluggish e Pavel S. Pyś, che rappresenta il secondo capitolo di Techno Humanities, programma di ricerca a lungo termine avviato dal Direttore Bart van der Heide. La mostra è accompagnata da una serie di iniziative pubbliche e da un’antologia di testi critici commissionata per l’occasione e pubblicata da Hatje Cantz.
In mostra sono presenti lavori di Enrico Boccioletti, Brothers Sick (Ezra e Noah Benus), Shu Lea Cheang, Heather Dewey-Hagborg & Phillip Andrew Lewis, Julia Frank, Sharona Franklin, Barbara Gamper, Nan Goldin e Prescription Addiction Intervention Now (P.A.I.N.), Johanna Hedva, Ingrid Hora, Adelita Husni-Bey, Ian Law, Carolyn Lazard, Lynn Hershman Leeson, Juliana Cerqueira Leite & Zoë Claire Miller, Mary Maggic, Mattia Marzorati, Erin M. Riley, P. Staff e Lauryn Youden.
Il lavoro di questi artisti presentato in mostra si basa sulle loro esperienze personali. Alcuni si identificano come malati cronici o disabili e mettono in discussione la distinzione tra corpo sano e corpo malato nella vita di tutti i giorni.
Il titolo della mostra contiene un riferimento a un testo critico di Susan Sontag, Malattia come metafora (1978). La barra sulla parola kingdom nel titolo della mostra rappresenta una resistenza alla distinzione binaria descritta da Sontag, tra il “regno” dei sani e quello dei malati e, opinione dei curatori è che salute e malattia non costituiscano due mondi separati, ma bensì si intreccino e coesistano.
Altro tema di cui la mostra si propone di approfondire sono i vari sistemi di welfare e incentivi commerciali che possono essere determinanti per l’ambito sanitario, e come contestiamo le definizioni consuete di buona salute. K̶i̶n̶g̶d̶o̶m̶ of the Ill mira a sottolineare i problemi, le disuguaglianze e le inadeguatezze del sistema sanitario pubblico emerse durante la pandemia da Covid-19 e porta alla luce nuovi modi in cui sia possibile immaginare reti di sostegno e metodi alternativi di stare bene.
Inoltre, la mostra dedica una sezione particolare ai temi legati alla salute rilevanti in Sud Tirolo, tra cui alcune riflessioni sulla salute mentale e un’attenzione ai sistemi di cure olistici o alternativi, ma anche sulle innovazioni su vasta scala riguardanti le cure preventive.
Accompagnano la mostra gli eventi aperti al pubblico, tra cui Museion Art Club ha ideato il simposio performativo Opening the Pill che si svolgerà dal 17 al 19 novembre 2022. Questo evento mira a connettere le strategie presenti in mostra ai reali problemi di salute mentale esistenti in Sud Tirolo. Il simposio performativo mette insieme artisti locali e internazionali, teorici e performer, tra cui João Florêncio, Shu Lea Cheng, Zander Porter, Marina Orlova, Barbara Plagg, Simone Frangi, Mary Maggic, Enrico Floriddia, Silvia Casini, Martina Drechsel e Casa Basaglia/Merano, per sviscerare il tema dell’addiction con talk, workshop, performance e installazioni.
Completa la mostra l’antologia di testi critici, pubblicata da l’Hatje Cantz, seconda della serie Techno Humanities, per approfondire le discussioni relative ai temi della mostra.