Biagio Pancino. Natura de Natura


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Riceviamo e pubblichiamo

La mostra personale di Biagio Pancino, l’ultima in Italia, per l’artista novantaduenne che vive e lavora a Sens (Francia) dal 1952, è stata concepita dai curatori, Franco Bertaccini e Boris Brollo, come una petite anthologie dove si possono vedere un gruppo di pitture figurative appartenenti agli anni Cinquanta e altre che arrivano fino al 1968 in cui le sue famose linee futuriste vengono esposte alla Iris Clert di Parigi.

Dal 1975 Biagio Pancino elimina la sua pittura e sviluppa una meditazione sull’Effimero che lo porta all’uso degli ortaggi, soprattutto col tubero della Patata che diverrà l’elemento per elezione della Caducità artistica quale metafora di quella umana. Decadenza, restringimento, asciugamento dei liquidi, consunzione, fetore, tutte cose appartenenti all’umano che ci rimandano alle morte la quale, pure nella Patata, si presenta sotto forma di vita che il Tempo stringerà fra le sue spire consumandola e donandogli una ulteriore forma definitiva come “marmo” colorato di un tempo plasmato e fisso. Dopo il suo Manifesto dell’Effimero del 1980, Biagio Pancino con Giorgio Celli (l’entomologo e poeta del Gruppo ‘63) firmò il Manifesto degli Inattuali. In questa mostra si può ammirare, la sua Natura de Natura, ispirata a Lucrezio, ma che racconta una storia popolare del genitale femminile che viene descritto per traslato dalle genti del Veneto come la Natura! Su queste opere lo scrittore e Premio Goncourt: Pascal Quignard ha scritto un testo poetico di grande potenza ispiratrice che lo porta alla metafora dell’umano in lotta col femminile attraverso la maternità nel confronto con la propria figura materna. Natura de Natura è stata esposta nel 2021 a Marina di Ravenna da Franco Bertaccini. Inoltre, una Rassegna Stampa attorno all’opera di Biagio Pancino è in corso ed uscirà, in occasione della mostra, per le edizioni Capit di Ravenna, sotto forma di catalogo 21 X 21 cm. di pagine 150 circa, dove sono contenuti articoli sulla sua opera e diverse testimonianze con alla fine una sezione politica sulla sua partecipazione al ‘68 francese in collegamento con Jean-Jacques Label, Julio Le Parc, Julien Blain e Gerard Fromanger, e tanti altri.

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