Nel segno delle donne. Tra Boldini Sironi e Picasso


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Ai Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola, fino all’11 dicembre è allestita una nuova mostra, dedicata al ruolo della donna negli anni che chiudono l’Ottocento e aprono il XX secolo: “Nel segno delle donne. Tra Boldini, Sironi e Picasso”, curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti, neo Conservatore dei Musei Civici, realizzata dal Comune di Domodossola in partnership con la Fondazione Paola Angela Ruminelli, con il supporto del Museo Bagatti Valsecchi di Milano e il contributo di Soc. Coop. Pediacoop, Ultravox Srl e Punta Est Srl. La mostra si avvale dei prestiti e della collaborazione dell’Istituto Matteucci.

Sono esposte oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, macchine fotografiche d’epoca, abiti e fotografie, poste fra loro in una serie di accostamenti che indagano le interconnessioni tra le varie manifestazioni della modernità, ponendo sempre al centro della ricerca la città di Domodossola che in questi decenni era più che mai viva protagonista dei tempi.

Vittorio Amedeo Corcos, Ritratto di Anita Vollert de’ Ghislanzoni e Maddalena Parodi, Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano Museo Louis Braile

Dal percorso espositivo emerge con forza la vera protagonista assoluta della mostra: la figura femminile, la donna nelle sue diverse sfaccettature che diventa chiave di lettura della modernità. Le donne sono presenti nelle opere di Boldini, Zandomeneghi, Cavaglieri, Corcos, Carrà, Pellizza da Volpedo e Sironi a volte intellettuali, altre lavoratrici, giovani o anziane, madri o figlie. Queste figure si fanno testimoni dei tempi che evolvono e del mutare del gusto estetico, dai ritratti in tulle e crinoline della fine dell’Ottocento le ritroviamo tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento rappresentate da Sironi come figure solide e spoglie di orpelli e con un segno forte e melancolico ne Le Corsage a Carreaux di Picasso.
Si indagano, quindi, le mutazioni del gusto e della sensibilità della società che passa dalla vita in campagna con un andamento lento, alla città, specchio di innovazione e modernità, elementi che sono rintracciabili nel grande “racconto” intimo di Leonardo Dudrevuille, un capolavoro assai raro, e di notevoli dimensioni, di proprietà della Fondazione Cariplo, nello struggente saluto di una madre alla figlia di Italo Nunes Vais, fino alla visione cubista di Picasso.
Particolare enfasi è data alla moda con il sontuoso mantello a strascico indossato dalla Regina Margherita, esposto in un allestimento che pone il manto in dialogo con il ritratto della regnante, accessori dell’epoca e fotografie che sono lo strumento d’elezione della modernità, capace di immortalare le nuove tendenze e il mondo circostante.

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