Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni


Stampa

Al Museo MAN di Nuoro, fino al 30 ottobre è ospitata la mostra “Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni”, realizzata a cura di Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti, con il contributo scientifico di Baingio Pinna del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, mentre il progetto di allestimento è a cura di Denis Santachiara con il coordinamento di Rita Moro ed Elisabetta Masala. Video installazioni a cura di Storyville.

Sensorama adotta in modo colto e originale il modello del Museo delle illusioni e affida alle opere di artisti e videomaker contemporanei l’esplorazione della relazione tra Visione e Percezione con l’obiettivo di mostrare la complessità dei fenomeni cognitivi e il “piacere” di essere ingannati.

Dopo la pandemia e la reclusione, la comunicazione interrotta, lo sguardo velato dal diaframma di uno schermo, la lettura delle immagini sottratte alla vista e restituite in una realtà virtuale, tornare a guardare, ad allenare gli occhi e a porsi interrogativi sulla verità (o meno) della visione, diventa lo scopo di questa mostra che, partendo da antecedenti storici, dai padri nobili di una pittura di verità e d’inganno, come René Magritte e Giorgio de Chirico, apre lo spettro alle indagini estetiche più recenti in fatto di percezione e autenticità. Ecco allora le fotografie allo specchio di Florence Henri o le tavole ottico-cinetiche di Alberto Biasi, gli ambienti avvolgenti e conturbanti di Peter Kogler o Marina Apollonio; e ancora, le sculture anamorfiche di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’œil umani di Liu Bolin, l’uomo invisibile.

Alberto Biasi, Se dici…ottico-dinamiche, 1964-1998, rilievo in pvc su tavola dipinta, Collezione privata, Milano

Il titolo della mostra, “Sensorama”, è ispirato al nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare esperienza sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive. Per vedere la musica è il nome di una sezione riservata a scoprire proprio la sinestesia, l’automatismo psichico che consiste nell’associare in un’unica immagine due contenuti riferiti a due sfere sensoriali diverse.

“Sensorama” è tanto cinema, arte d’artificio per eccellenza, “fabbrica delle illusioni” fin dal suo esordio e terreno di sperimentazioni visive delle avanguardie. Il percorso della mostra contempla la cinematografia fantastica di George Méliès basata sulla sparizione degli oggetti ottenuta con un primitivo stop frame e la levitazione di cose e persone con la ripresa a passo uno, per arrivare alle fantasmagoriche interazioni tra avanguardie artistiche (Léger, Man Ray, Picabia, Cocteau, Duchamp…) e cinema. Cinema sperimentale appunto che, facendo suo lo statuto della magia e giocando con inganni e deformazioni percettive, butta all’aria la nostra “consueta” esperienza del reale.

Con l’installazione in realtà aumentata la “non realtà” esce dai suoi confini, allaga la nostra percezione e dà un accesso a nuovi significati in una visione/versione multilayer. Senza l’impiego di device, ma grazie all’utilizzo del proprio telefonino (Bring Your Own Device), si potrà vivere la fascinazione “intelligente e complessa” di un contenuto a più strati.

Il progetto si arricchisce di installazioni site specific, nel caso per esempio degli interventi studiati ad hoc per il MAN da parte di artisti come Felice Varini, autore di disegni nello spazio, monumentali quanto effimeri, oltre a una stanza magica progetta dal designer Denis Santachiara e una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili realizzata da Marco Cordero.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Electa con testi di Baingio Pinna, Chiara Gatti e Tiziana Cipelletti.

Share Button