Al Museo Carlo Bilotti, Aranciera di Villa Borghese a Roma, fino al 4 settembre è aperta la mostra “Cosmogonia”, curata da Lorenzo Canova, che presenta opere di Daniela Monaci e poesie di Sonia Gentili trasformate in installazione visiva (sette Fogli e un Libro con testo dinamico) dal collettivo “L’uomo che non guarda” (Sonia Gentili e Ambrogio Palmisano).
Le personalità degli artisti sono legate dall’intento di superare i limiti della percezione ottica per trovare uno sguardo profetico calato nel nucleo incerto della realtà, alla ricerca di un disvelamento apocalittico posto sul fragile crinale che divide l’apparire e l’accadere delle cose, nel punto d’intersezione del senza tempo col tempo evocato nei Quattro quartetti di T. S. Eliot.
Nella mostra le trame e le geometrie della natura entrano in un rapporto di corrispondenze col dipanarsi dei versi sulle pagine elettroniche, in un perenne andamento di emersione e di inabissamento della parola e delle forme innestate agli intrecci metamorfici di un mondo in bilico fra la sua trasformazione e la sua immutabile matrice originaria.
Le opere sono armonizzate agli spazi del museo Bilotti per accompagnarci in un viaggio i cui punti di partenza e di approdo restano però sospesi nell’incertezza di una strada realizzabile solo attraverso la personale immersione nella profondità della mostra.
Daniela Monaci traccia le rotte di una navigazione pensata per “Smarrirsi” (titolo di un suo ciclo di opere) e ritrovarsi nelle riapparizioni figurali di esseri umani che affiorano da un mare di nebbia, da una caligine simbolica che avvolge i corpi e li restituisce come alla fine di un naufragio, nella ri-creazione cosmogonica di un mondo in cui nuove terre sorgono dalle acque del nulla, evocate dallo sguardo accecato di occhi chiusi ma immersi nelle tenebre annunciatrici della profezia.
I Fogli e il Libro del collettivo L’uomo che non guarda trasformano i testi di Sonia Gentili in poesia visiva in cui il testo, dinamizzato in modo da emergere gradualmente, è in cammino verso la sua forma. Le parole affiorano pian piano come fioriture di nero nel candore della carta digitale, visione imperfetta per speculum in aenigmate di un mondo terreno a cui il mistero dell’esistere nega e concede arbitrariamente la speranza di un mondo superiore.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo da Ensemble Edizioni, Roma, con testi di Lorenzo Canova, Giovanna dalla Chiesa, Giorgio Patrizi con un contributo del Collettivo L’uomo che non guarda.