Ai Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi a Roma, fino al 4 settembre è esposta una ricca selezione di bronzi, terrecotte e gessi che raffigura la vitale attualità dell’arte di Francesco Messina tra tradizione e modernità.
La mostra, a cura di Maria Fratelli, Chiara Fabi e Chiara Battezzati, è promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con il Comune di Milano e lo Studio Museo Francesco Messina. Con essa si propone al pubblico l’attività di Francesco Messina e dello Studio Museo milanese che porta il suo nome rappresentando sia il rapporto con la tradizione – classica, rinascimentale e ottocentesca – sia il dialogo con la contemporaneità, restituendo quindi l’ancora vitale e stimolante attualità del lavoro dello scultore e il senso profondo dell’attività di valorizzazione che lo Studio Museo Francesco Messina ha condotto a partire dal 2014, in primo luogo, grazie all’attività espositiva.
Francesco Messina (1900-1995), siciliano di nascita, ma milanese di adozione, delinea fin dall’inizio del proprio percorso artistico un preciso orientamento verso la grande tradizione artistica della scultura di figura, con l’uso di tecniche e materiali classici, come il bronzo, il marmo, la cera, la terracotta, il gesso.
Nonostante il riferimento costante alla tradizione dell’intera produzione dell’artista, questa mostra ricostruisce una personalità dinamica che, in ogni stagione, ha saputo maturare un nuovo approccio alla tradizione, di volta in volta rielaborata e adeguata al linguaggio del proprio tempo, e che ha dimostrato, nella sua produzione, di saper precorrere ricerche poi sviluppatesi in epoche più recenti.
Nelle sale del Casino dei Principi sono collocate 81 opere, soprattutto bronzi, terrecotte e gessi, che appartengono alla collezione permanente dello Studio Museo Francesco Messina e opere di quindici artisti contemporanei: cyop&kaf, Vanni Cuoghi, Salvatore Cuschera, Giovanna Giachetti, Alberto Gianfreda, Andi Kacziba, Giulia Manfredi, Francesco Merletti, Daniele Nitti Sotres, Francesca Piovesan, Nada Pivetta, Dominique Robin, Daniele Salvalai, Elisabeth Scherfigg, Andreas Senoner.
La collezione permanente, selezionata dallo stesso Messina al momento della nascita dello Studio Museo, riassume la produzione dell’artista in modo articolato, abbracciando un arco cronologico che, dagli anni Trenta, giunge fino ai primi anni Ottanta del secolo scorso.
Di questo nucleo fanno parte opere emblematiche esposte in questa mostra: le fusioni dagli originali che, negli anni Trenta, furono selezionate dalla Biennale di Venezia per rappresentare l’Italia nelle mostre all’estero organizzate da Antonio Maraini (come Bambino al mare, 1935); i ritratti che restituiscono il clima culturale degli anni compresi tra le due guerre (come il Ritratto di Salvatore Quasimodo, 1937); i bozzetti per importanti commissioni monumentali (la serie dei cavalli che precede la realizzazione del Cavallo della RAI del 1966, i bozzetti per il Monumento a Pio XII in San Pietro); le sculture femminili in terracotta e in gesso policromo degli anni Settanta.
L’esposizione romana si articola in sezioni che ruotano attorno ai temi principali della ricerca di Messina: il ritratto tra archeologia e contemporaneità, l’approccio alla tradizione con uno sguardo moderno, l’indagine anatomica, il colore, la scultura monumentale.
Il percorso è arricchito da due video-interviste del 1973 che mostrano Francesco Messina all’interno dello Studio Museo (Io e… di Anna Zanoli, in cui lo scultore racconta il suo rapporto con la Pietà Rondanini di Michelangelo e Incontri – Fatti e personaggi del nostro tempo in cui Messina, intervistato da Franco Russoli, realizza un bozzetto in creta).