La mostra personale dell’artista slovacco Martin Knut, “Oltre l’intimità”, fa parte del programma di scambio artistico-culturale del MACA, Museo Arte Contemporanea Acri, che ospita l’esposizione dal 21 maggio al 10 luglio prossimi, con Musei stranieri. Nello specifico, la mostra di Knut al MACA e la mostra di Garbellotto al Museo di Liptovský Mikuláš in Slovacchia sono state selezionate in comunione tra i due Musei per dare vita agli accordi tra i due Enti.
La mostra è promossa e organizzata dal Museo MACA in collaborazione con LGPMB, Verso l’Arte, OESUM LED ICIMA; gode dei patrocini di: Regione Calabria; Comune di Acri (CS); I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea ed è realizzata a cura di Richard Gregor, direttore Liptovská galéria Petra Michala Bohúňa v Liptovskom Mikuláši.
Compongono la mostra dipinti recenti, di medie e grandi dimensioni, che esemplificano l’attività di Knut anche traendo risultati attuali conseguiti da un lungo lavoro di ricerca, sempre nella coerenza di pensiero. Questo, che l’artista non ha mai voluto legare a definizioni di correnti o avanguardie artistiche, rispecchia una ricerca intimistica che esprime con studiata semplicità, in contrasto con la complessità interiore, fino al limite del minimalismo. Su sfondi terrosi, spesso scuri, preferibilmente di toni caldi, a volte feriti, incisi, aperti ad uno spazio posteriore, si muovono figurine stilizzate sottili, fragili, prive di espressioni facciali. Esse tentano l’uscita al di là della superficie, nelle profondità dell’Io e rimangono parzialmente intrappolate dall’apparenza. Piccoli punti luce nello svolgersi dell’opera, divengono fonti luminose da cui si irradia una luminescenza che schiarisce l’opera e il contenuto, oltre che essere l’elemento di attrazione della vista e della riflessione.
Così puntualizza Richard Gregor, curatore della mostra, nel suo testo in catalogo: “….Il centro dei dipinti è solitamente un sottile personaggio dei fumetti – opposto alla massiccia fisiognosi dell’autore – che è coinvolto in situazioni filosofiche e moralistiche. Si potrebbe dire che sia innovativo o borderline. Il più grande contributo del ritorno di Knut alla pittura sta nell’ethos umanistico. Se le scene originali dell’inizio del suo lavoro riguardavano più il linguaggio artistico, ad esempio nelle intenzioni con la Transavanguardia italiana, la struttura dei nuovi dipinti si basa sulla storia a cui è subordinata. Il linguaggio artistico vi si adatta pienamente. Lo utilizza padroneggiandolo con sicurezza, come se fosse un racconto classico e noto (simile a quelli della Bibbia). Queste sono le massime dell’autore e, nonostante il loro atteggiamento generale (e talvolta aforizzante), è chiaro che sono molto personali, persino intime, che si riferiscono alla vita dell’autore più che alle vicissitudini generali osservate dalla vita degli altri. …..”.
La mostra è corredata da un libro edito per l’occasione da Verso l’Arte Edizioni-LGPMB-OESUM LED ICIMA, 96 pagine a colori, contenente le foto delle opere esposte, il testo critico di Richard Gregor, testi di: Anselmo Villata, Presidente dell’I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea; Pino Capalbio, Sindaco Città di Acri e Mario Bonacci, Assessore alla Cultura Città di Acri; lingue Italiano, Slovacco.