Folon: L’etica della poesia. Tra impegno civile, denuncia e speranza nell’uomo


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I Musei Vaticani promuovono la mostra dedicata a Jean-Michel Folon, esposta fino al 27 agosto nelle Salette della Torre Borgia, collocate nel percorso della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani e visibili al pubblico per la prima volta assieme alla “Sala della Cicogna”, con pregevoli decorazioni medioevali, situata nella Torre di Innocenzo III. L’evento è il frutto di una collaborazione avviata tra i Musei Vaticani e la Fondazione Folon in occasione della donazione di due opere dell’artista belga Jean-Michel Folon (1934-2005), che al termine della mostra entreranno a far parte delle collezioni vaticane: A propos de la Création, magnifica serie di otto grafiche dedicate al Libro della Genesi (1989-90), e Angelo custode (2005), scultura in bronzo tra le sue ultime creazioni.

Folon L’etica della poesia Tra impegno civile, denuncia e speranza nell’uomo, Musei Vaticani

L’attività di illustratore, pittore e scultore di Jean-Michel Folon è nota e amata in tutto il mondo: il suo personaggio con cappello e cappotto blu, i suoi paesaggi a metà tra sogno e fantasia, sono gli ingredienti di una poetica profonda e raffinata, intensa e visionaria. Eppure non tutti sanno che Folon ha dedicato gran parte della sua opera a tematiche legate all’impegno civile, alle ingiustizie e ai soprusi che abitano il nostro mondo, argomento cardine scelto dai Musei Vaticani e dalla Fondazione Folon per questa mostra: una selezione di ottanta disegni e acquerelli, molti inediti, che dalle opere giovanili di protesta arrivano ai grandi fogli degli anni Ottanta e Novanta, e alle sculture enigmatiche della sua ultima stagione, così feconda, dell’inizio degli anni Duemila. Un impegno di cui l’uomo è la misura, a favore di un mondo sensibile alle sorti dei più deboli, per i diritti civili, contro tutte le guerre e nel rispetto dell’ambiente. Temi a cui l’artista ha dedicato gran parte della sua carriera e che restano drammaticamente attuali. L’esposizione è curata da Stéphanie Angelroth, Direttore della Fondazione Folon, Micol Forti, Curatore della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani, Marilena Pasquali, storico dell’arte e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Folon. Al di là della denuncia, l’artista considera la possibilità di superare l’ingiustizia e la sofferenza, una lotta essenziale all’interno della sua opera e non cede alla tentazione della rinuncia, del disimpegno: crede ostinatamente nell’Uomo. Secondo Folon non c’è ombra senza luce o, quanto meno, senza una speranza di luce. La mostra è suddivisa in sezioni e, per accompagnare il pubblico, l’architetto Roberto Pulitani, che cura l’allestimento, ha ideato cromie connesse alle tematiche: color petrolio come lo smog per L’uomo e la metropoli, verde acceso per L’uomo e la natura, rosso scarlatto come il sangue per L’uomo e la guerra, celeste come gli orizzonti dell’utopia per La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, grigio perla per Le stanze della speranza. Infine, lungo il percorso che porta agli ambienti medievali, saranno appesi alle pareti alcuni dei più famosi Manifesti realizzati da Folon per importanti campagne umanitarie ed eventi culturali. Una posizione centrale è dedicata nell’esposizione ai 19 acquerelli che illustrano la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, realizzati nel 1988: opere originali tra le più note di Folon, qui presentate nella loro totalità e accompagnate dai testi, nelle varie lingue, degli articoli della Carta.

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