È una doppia mostra fotografica per raccontare la cultura sorda, quella esposta al Museo Archeologico di Murlo (SI) fino al 31 ottobre prossimo ed è la tappa importante di un progetto che vede da tempo la Fondazione Musei Senesi coinvolta sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione.
In questo caso, il progetto espositivo, promosso in collaborazione con Siena School for Liberal Arts, mira a valorizzare l’arte fotografica come narrazione sociale di esperienze di vita e, al contempo, a esprimere in modo creativo ed artistico l’eredità culturale sorda. Proprio alla cultura sorda è infatti dedicato “Deaf Museums”, il progetto europeo più ampio in cui questo evento si inserisce e a cui FMS partecipa dal 2020, che ha l’obiettivo di conservare, sostenere e valorizzare il patrimonio culturale e storico delle comunità sorde di ogni Paese, attraverso uno sguardo sul passato ma anche un’attualizzazione e interpretazione del presente.
Questa mostra si muove su due linee parallele e presenta soltanto scatti realizzati da persone sorde. Da un lato la personale di Daniele Le Rose, fotografo di calibro internazionale e coordinatore del percorso espositivo, intitolata “Prospettive emotive attraverso gli occhi – Emotional Perspective Through The Eyes”: le sue composizioni in bianco e nero combinano linee, curve e contrasti, cercando l’invisibile in scene ordinarie e innescando nell’osservatore una relazione rispetto alle proprie esperienze personali. Dall’altro, la mostra collettiva “Sguardi sordi: panorama in Lingua dei Segni – Deaf Eyes: Landscaping Sign Language” che riunisce le opere di sei fotografi e fotoamatori sordi di tutta Italia, selezionati attraverso un bando promosso da FMS nel mese scorso. Sono esposti scatti di Maria Panebianco, Gaetano Rallo, Corrado Pegoretti, Eleonora Rettori, Mirko Torresani, Marco Verni.
Le due mostre si pongono come chiave di lettura del reale dal punto di vista e attraverso la percezione emotiva di persone sorde. Al percorso si accompagna un video che riunisce la presentazione in LIS, da parte dei fotografi stessi, della loro poetica e dell’importanza che i musei possono e devono avere per dare visibilità alla cultura artistica dei sordi.