La Fondazione Ferrero di Alba presenta un nuovo progetto espositivo dedicato al pittore e incisore torinese Giacomo Soffiantino (1929-2013): “Soffiantino. Tra oggetto e indefinito”, fino al 30 giugno prossimo, a cura di Luca Beatrice, Michele Bramante e Adriano Olivieri.
La mostra, ideata dai curatori con un ritmo biografico e tematico, costituisce la più ampia ed esaustiva ricognizione storico-espositiva mai dedicata all’opera e alla vita di Giacomo Soffiantino.
Il percorso espositivo si articola in sette sezioni che ricostruiscono doviziosamente l’agire artistico di Soffiantino attraverso una selezione di oltre 50 opere. Un percorso in tappe che conduce il visitatore alla scoperta del lavoro dell’artista a partire dagli esordi, caratterizzati da un approccio aniconico-informale nutrito da influenze internazionali, passando poi per la sensibilità “naturalistica” delle opere mature sino agli esiti più recenti degli anni Dieci del Duemila.
Inutile cercare una definizione che si adegui e corrisponda al linguaggio di Giacomo Soffiantino: non esiste e persino l’invenzione di un neologismo su misura risulterebbe immediatamente fuori registro, insufficiente, impreciso, tanto è complesso il suo mondo umano e spirituale. Tanto da farlo risultare semplice, in una sintesi alchemica riservata a pochi, ai quali simile condizione è spesso scomoda, sta stretta e può determinare una sorta di disagio quotidiano. Vita naturale, pensiero, arte è stata la sua trilogia personale dalla quale gli è sempre stato impossibile discostarsi, per scelta e volontà consapevoli. Così da sempre, con la stessa caparbia coerenza verso se stesso e la sua professione, allergico agli incasellamenti e alle definizioni, attento osservatore e critico obiettivo, lirico e sensibile, aperto ma incorruttibile. Per lui è sempre stato importante mantenere la propria libertà e condurre con serietà ricerche personali, in particolare sui misteri della natura, della luce, del tempo, da cui proviene ogni tipo di informazione; soprattutto il mistero della vita, con tutto ciò che ad essa è legato. Se pur senza mai distogliere lo sguardo dalla società e dall’evoluzione della storia e della cultura, tale fascinazione è diventata per il Maestro la radice di tutta la ricerca pittorica. Essere artisti, per Soffiantino, significava innanzi tutto saper osservare, con gli occhi, con la mente, col cuore; saper vedere in profondità; distinguere i dettagli. È questo, assieme alla padronanza della tecnica, che per oltre quarant’anni ha insegnato a diverse generazioni di giovani ed è questo che con le sue opere suggerisce, tutt’oggi, ad ogni persona.