In concomitanza con la 59. Esposizione Internazionale d’Arte Cinematografica “Il Latte dei Sogni”, è stata presentata alle Gallerie dell’Accademia di Venezia la grande mostra dell’artista e scultore anglo-indiano Anish Kapoor.
Un’esposizione retrospettiva comprendente 60 opere, che attraversano i momenti chiave della carriera dell’artista, accanto ad un nuovo corpo di lavori del tutto inediti. Per questa “prima” infatti, sono esposte le nuove opere, fortemente innovative, create con la nanotecnologia del carbonio, così come i recenti dipinti e le sculture che testimoniano la vitalità e la spinta visionaria dell’ultima fase dei lavori di Kapoor. Come dichiarato dall’artista: «È un grande onore essere invitato a confrontarmi con le collezioni delle Gallerie dell’Accademia di Venezia; forse una delle più belle collezioni di pittura classica di tutto il mondo. Tutta l’arte deve sempre confrontarsi con ciò che è accaduto prima. Le Gallerie dell’Accademia rappresentano una sfida meravigliosa e stupefacente. Sento un profondo legame con Venezia, è l’architettura e la sua vocazione per l’arte contemporanea.»
Grazie all’ìnterazione tra scienza e arte Kapoor ha realizzato opere che si collocano all’interno del secolare linguaggio della pittura che, insieme a installazioni come Shooting into the Corner (2008-2009) e ai nuovi dipinti, entrano in un complesso e articolato dialogo con la collezione storica delle Gallerie dell’Accademia. Questa mostra guarda a un linguaggio interiore che è sempre stato un tema centrale per Kapoor. In Pregnant White Within Me (2022) ad esempio, l’architettura delle Gallerie si dilata, suggerendo una ridefinizione dei confini tra corpo, edificio ed essere. Lungo il percorso espositivo, le opere di Kapoor assorbono ed estendono lo spazio all’interno e intorno a loro in regni inquietanti, trasformando le sale delle Gallerie dell’Accademia in luoghi magici, andando oltre l’esposizione di oggetti. Non a caso Taco Dibbits ha osservato che : «Kapoor crea opere che si realizzano nell’attimo in cui le sperimentiamo. In tutti gli spazi di questa esposizione, alle Gallerie dell’Accademia e a Palazzo Manfrin, l’evoluzione e il tempo sono in mostra ma anche in atto. Tali opere esistono in un divenire continuo, siamo chiamati come testimoni di questi oggetti per un solo momento nel corso della loro generazione o de-generazione».
Con questa mostra: «Anish Kapoor ha costruito la sua intera opera indagando l’essenza assoluta dell’arte nei suoi interni elementi costitutivi: la forma, il pigmento, la prospettiva, la luce e la sua assenza, agevolando in questa indagine creativa un dialogo stimolante con l’arte dei grandi maestri del Rinascimento veneto rappresentati in museo: Bellini, Tiziano, Tintoretto, Veronese.», ha precisato Giulio Manieri Elia – Direttore Gallerie dell’Accademia. Anish Kapoor è una duplice mostra che si snoda tra le Gallerie dell’Accademia e lo stupendo Palazzo settecentesco Manfrin, rimasto vuoto da anni, ed ora di proprietà dell’artista, e sede museale, dopo un radicale progetto di restauro a cura dell’architetto Giulia Foscari, / UNA studio, sviluppato in collaborazione con FWR associati. Tra i lavori in esposizione: Mount Moriah at the Gate of the Ghetto (2022) che capovolge il mondo all’ingresso di Palazzo Manfrin, oltre al trittico dipinto Internal Objects in Three Parts (2013- 2015) , ed anche : White Sand, Red Millet, Many Flowers (1982). Una serie di opere specchianti invertono e distorcono lo spettatore. Cielo, inferno, terra e mare sono evocati ad esempio in Turning Water Into Mirror, Blood into Sky (2003) e Destierro (2017), un’epica azione di sovvertimento., mentre l’installazione centrale Symphony for a Beloved Sun (2013) sommerge l’edificio in modo imponente e molto forte. Un nota curiosa, Palazzo Manfrin fu acquistato nel 1788 dal ricco commerciante di tabacco il conte Girolamo Manfrin, , che aveva trasformato il primo piano dell’edificio in una vera e propria galleria d’arte frequentata da artisti e personaggi famosi, tra i quali: Antonio Canova, Lord Byron, John Ruskin ed Edouard Manet. Dopo la morte del proprietario, avvenuta verso la metà dellìOttocento, , le varie opere d’arte da lui acquistate nel corso della vita, furono vendute andando ad arricchire con ben 21 dipinti le Gallerie dell’Accademia, tra questi: La famosa Tempesta e La Vecchia di Giorgione, oltre a opere di Andrea Mantegna, Hans Memling, Nicolò di Pietro, Girolamo Savoldo e Moretto.
La mostra “Anish Kapoor” è stata realizzata con la curatela Taco Dibbits, storico dell’arte e direttore del Rijksmuseum di Amsterdam ed è stata organizzata in collaborazione con Anish Kapoor Studio e Lisson Gallery con il supporto di Galleria Continua, Galleria Massimo Minini, Galerie Kamel Mennour, Kukje Gallery, Regen Projects and SCAI The Bathhouse. Con il sostegno di LG OLED. Per l’occasione Marsilio Arte, che si occupa della promozione ed organizzazione della mostra, ha realizzato e pubblicato un catalogo di quasi 300 pagine con saggi di Gil Anidijar, Homi K. Bhabha, Linda Borean, Giuseppe Civitarese, Mario Codognato, Waldemar Januszczak, Norman Rosenthal, Carlo Rovelli e Michele Tavola.
L’esposizione ANISH KAPOOR, nelle due sedi museali delle Gallerie dell’Accademia e di Palazzo Manfrin, Venezia resterà aperta al pubblico sino al 10 ottobre 2022.