Negli ultimi tempi si ricorre spesso all’espressione “H24” che sta a comunicare la disponibilità continuativa e ininterrotta di determinate persone o servizi, ma realmente e concretamente esiste questa diponibilità? La risposta la fornisce l’artista Caterina Arcuri, quando afferma che l’arte e la musica, ossia la creatività e le opere, rimangono sempre e totalmente a disposizione di chiunque ne voglia usufruire. Da tale riflessione deriva il titolo della sua mostra personale allestita, dal 9 aprile all’8 maggio prossimi, al MACA – Museo Arte Contemporanea di Acri (CS).
La mostra è curata da Anselmo Villata, organizzata da Verso l’Arte in collaborazione con Oesum e Progetto “Tentazione Calabria_MACA Events” – Regione Calabria Eventi Storicizzati, Az1/B e gode dei patrocini di: Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, I.N.A.C., Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea, Regione Calabria Cultura, Città di Acri, Museo Arte Contemporanea Acri.
Compongono la mostra opere realizzate con materiali vari e sono installazioni, sculture, disegni, che tracciano un percorso di visita caratterizzato, appunto, da un ideale viaggio nella poetica artistica di Caterina Arcuri ed anche nel tempo: verso il futuro e poi a ritroso, un’andata e un ritorno, dove le parti del corpo umano che “contano” sono i piedi, per camminare sulla terra, e la testa per compiere un viaggio “aereo”, ossia nell’aria, ma anche nel pensiero.
Le opere guidano il cammino in questa sequenza: ad aprire la mostra è l’opera “Odissea”, un’installazione costituita da tre lavori che evocano altrettanti elementi: Fuoco, Acqua e Terra; nella sala riunioni, si trovano allestiti su una parete una selezione di piccoli disegni e sul tavolo, in tutta la sua importanza, campeggia la trottola “Trasparenze”, che contiene e comunica tutto il simbolismo legato al moto cosmico e svolge un ruolo ludico di strumento del Caso; segue nella sala successiva l’installazione “FF.” con le “foglie” che, librandosi dalle loro basi, si posizionano sospese sulla parete lunga della sala. Le “foglie/barca” hanno svolto in “Transforma”, prima, e in “Lapsus Temporis”, poi, il ruolo di traghettatrici della sensibilità del pubblico dall’oggetto al concetto e, in “L.T.”, dal terreno al metafisico. Questa installazione ci prepara ad attraversare prima la scorza della nostra indifferenza (che percepiamo come elemento protettore), poi il guscio del tempo, mostrandoci come infrangerlo per liberarci dalla schiavitù di quadranti e schermi che ci imprigionano. Segue un’installazione costituita da tre moduli di dimensione decrescente, il più alto in acciaio, i due rimanenti in plexiglas opaco che lascia immaginare al suo interno delle forme in gestazione. I tre moduli sono seguiti da una piattaforma, a terra, che accoglie il frutto della gestazione: la “Consapevolezza” che, dà il titolo all’opera. Al centro del salone è collocata un’installazione costituita da 2 piattaforme che ospitano “Contrattempo”, nella quale i cerchi, con e senza libellula, segnano le ore di un orologio nel quale una delle 12 si trasforma e, sfuggendo al quadrante, determina un diverso, nuovo, tempo. La mostra si conclude con la grande installazione “KA2019 macchina sensitiva”, che cattura le nostre emozioni, chiudendo il percorso e riaprendolo a ritroso.
La mostra è corredata da un volume, co-edito da Verso l’Arte Edizioni e Oesum, su cui sono riprodotte tutte le opere esposte, il testo critico di Anselmo Villata (curatore della mostra e Presidente dell’I.N.A.C. Istituto Nazionale d’Arte Contemporanea), il testo di presentazione delle opere dell’Artista Caterina Arcuri, le presentazioni istituzionali.