Per celebrare i cento anni dalla nascita di Emilio Scanavino (1922-1986), l’Archivio Scanavino inaugura la sua nuova sede con una mostra che riflette sulle sue opere e il suo rapporto con la ceramica policroma.
La mostra, visitabile fino al 20 giugno, è realizzata a cura di Marco Scotini.
Si tratta di uno dei maestri della pittura italiana della seconda metà del Novecento, sicuramente da annoverare tra i protagonisti della cosiddetta generazione informale e del movimento spazialista che si affermano l’indomani della seconda guerra mondiale. Il segno di Scanavino – grafico e plastico, fisiologico e tangibile, organico e astratto – per oltre trent’anni ha rappresentato una ininterrotta tensione alla definizione di un altro alfabeto e di un’altra lingua in cui i nomi non mentissero. Una lingua non da leggere ma da decifrare, in modo tale da non far mai dimenticare il tramite e la presenza dei segni, il loro segreto. In questo senso, Scanavino appare come uno Champollion della Guerra Fredda.
Attraverso oltre 60 opere tra terrecotte smaltate o ingobbiate, maioliche e oggetti in metallo prodotti tra l’inizio degli anni Cinquanta e la fine dei Sessanta, Emilio Scanavino. This is Tomorrow è un’occasione unica per scoprire il rapporto dell’artista con la ceramica policroma e di approfondirne l’indagine sulle problematiche formali. La mostra costituisce il primo progetto espositivo dedicato a questa specifica produzione, spesso trascurata perché assorbita all’interno della produzione scultorea di Scanavino.
Il titolo della mostra riprende una delle mostre seminali del secondo Dopoguerra: “This Is Tomorrow”, a cura di Bryan Robertson, mostra collaborativa che metteva in dialogo pittori, scultori, architetti, designer e altre tipologie di artisti, aperta alla Whitechapel Art Gallery di Londra nel 1956, cui Emilio Scanavino partecipò come unico artista italiano. Pensata per promuovere l’unione tra arte e architettura, nel corso dell’esposizione londinese Scanavino collaborò con l’architetto Anthony Jackson e la scultrice Sarah Jackson, convalidando una collaborazione che aveva già visto la doppia personale del pittore italiano con la scultrice canadese nel 1951 alla Apollinaire Gallery di Londra.
Concentrandosi sulla manualità dell’artista e il suo rapporto con l’architettura, Emilio Scanavino: This is Tomorrow intende dare un’interpretazione attuale e una rinnovata attenzione all’opera dell’artista genovese, indagando ulteriormente non solo il rapporto di Scanavino con la nota manifattura Mazzotti di Albisola, ma anche con artisti come Lucio Fontana, Roberto Matta, Wilfredo Lam, Asger Jorn e Corneille.
La mostra è accompagnata da un catalogo curato da Marco Scotini con l’Archivio Scanavino ed edito da Silvana Editoriale. Il volume, dedicato alla ceramica, intende colmare una lacuna tra le numerose pubblicazioni su Emilio Scanavino, cercando di completarne il ritratto artistico e professionale.