Presence


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A Bologna, il PhMuseum Lab inaugura la propria stagione primaverile presentando, fino al 29 aprile, la mostra collettiva Presence dedicata al tema dell’identità online/offline.
Le fotografie esposte sono state selezionate tramite il PhMuseum 2021 Mobile Photography Prize, un premio dedicato alla fotografia da dispositivo mobile che punta ad analizzare gli effetti della digitalizzazione sul linguaggio visivo.
Nello stesso ambito è nato il libro in the Sun on the moon,… curato dall’artista americano Jason Fulford che raccoglie altre 65 immagini provenienti dall’open call. Il concept del libro è nato durante il workshop Cosa fare con 2500 immagini? che Fulford ha condotto per i PhMuseum Days 2021. Il risultato, nelle parole dello stesso Fulford, desidera essere “una narrativa di fantasia in tre movimenti in cui i personaggi affrontano il lettore, se stessi e il mistero del cosmo”.
I fotografi in mostra sono: Susanna Durante, Giacomo Infantino, An Le & Monet Tang, Maria Mavropoulou, Brendan Ó Sé, Tijana Pakic Feterman, Erika Pellicci, Prarthna Singh.

Presence, PhMuseum Lab, Bologna


Mentre i social media e gli effetti della pandemia hanno cambiato il modo in cui mostriamo la nostra immagine al resto del mondo, l’equilibrio tra la nostra presenza online e offline ha subito un cambiamento senza precedenti. In questo contesto, la mostra Presence, partendo dall’idea tradizionale di ritratto, riflette sul processo e le modalità di rappresentazione dell’essere nel senso più ampio del termine.
Gli interrogativi legati al concetto di identità costituiscono da sempre una parte significativa della nostra esistenza. L’uso crescente dei mezzi digitali ha reso evidente che i nostri ritratti e gli stessi selfie stanno diventando uno strumento per renderizzare la nostra persona, giocando un ruolo importante nella nostra psiche.
La Generazione Z (nata nel 1997-2012) e l’intera Generazione Alpha (inizio 2010 – metà anni 2020) sono infatti le prime nella storia umana ad avere piena consapevolezza della propria immagine e della propria rappresentazione sin dai primi anni di vita.
In questo senso, le pratiche di selezione, manipolazione ed editing di immagini destinate a rappresentare se stessi e gli altri sono atti del quotidiano che incidono sia sulla presenza fisica che online di un soggetto che a tutti gli effetti oggi esiste contemporaneamente e in parallelo, in entrambi i mondi. La mostra invita, quindi, il visitatore a riflettere sulle modalità dell’”esistente” e a riconsiderare azioni abituali anche attraverso un allestimento interattivo di immagini, luci e spazi.

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