Presentato a Roma il primo report “Quanto è (ri)conosciuta all’estero l’arte contemporanea italiana”
una pubblicazione che mira a restituire un quadro d’insieme tra interviste agli addetti ai lavori e dati sulla presenza dell’arte italiana all’estero.
Nella cornice di Palazzo Bonaparte, sede espositiva di Generali Valore Cultura in partnership con Arthemisia, il Ministro Dario Franceschini ha aperto la presentazione del volume evidenziando l’importanza di uno strumento utile a monitorare e comprendere l’arte italiana, per poter sviluppare politiche adeguate nei confronti di un settore che ha particolarmente sofferto gli ultimi anni di pandemia.
A fare gli onori di casa Marco Sesana, Country Manager e Ceo di Generali Italia e Global Business Lines, che si è soffermato sul valore dell’arte come elemento fondante dell’identità del Paese e della vita quotidiana delle persone.
Il rapporto è stato pubblicato dallo studio BBS –Lombard, con il supporto di ARTE Generali, Artprice, Articker/Phillips e Artfacts.net, ed è stato curato da Silvia Anna Barrilà, Franco Broccardi, Maria Adelaide Marchesoni, Marilena Pirrelli e Irene Sanesi.
Questo tipo di ricerca, realizzata mediante l’ausilio dell’intelligenza artificiale, ha prodotto una mappatura di musei, luoghi d’arte, e collezioni internazionali che annoverano al loro interno opere di artisti italiani nati dopo il 1960. Di particolare rilievo le sezioni sulla copertura mediatica globale degli artisti italiani, sui passaggi in asta e la relativa circolazione delle opere, sulla presenza in gallerie internazionali ed all’interno delle manifestazioni estere più importanti.
Alla presentazione moderata da Nicolas Ballario, sono intervenuti Italo Carli, Head of ARTE Generali Italia, Onofrio Cutaia, Direttore Generale Creatività Contemporanea del MIC, Sara Cosulich, curatrice e Direttrice della Pinacoteca Agnelli, e l’artista Patrick Tuttofuoco.
Il fronte comune degli intervenuti si è manifestato sulla utilità del report come elmento di discernimento tecnico di un settore altamente mutevole, tra i più difficili da analizzare perché caratterizzato da grandi numeri su iniziative e presenze artistiche diffuse.
La vocazione internazionale dell’arte contemporanea italiana, trova così un alleato per dirimere quelle situazioni di stallo che rallentano l’attrattiva di professionisti e finanziatori provenienti dall’estero, fondamentali per il mercato dell’arte e per la crescita degli artisti su scala globale.