Gabriella Benedini. Un viaggio


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Gabriella Benedini (Cremona, 1932) espone a Ravenna le sue opere nella mostra curata da Francesco Tedeschi “Un viaggio”, fino al 16 luglio, alla Fondazione Sabe per l’arte, lo spazio espositivo che intende porsi quale punto di riferimento per la promozione e la diffusione dell’arte contemporanea, con una particolare attenzione alla scultura.

Gabriella Benedini, Mappa, 2005-2019, Tecnica mista e collage su garza

La mostra riprende un filone del lavoro di Gabriella Benedini incentrato su alcune opere realizzate tra il 2005 e il 2007 e reinterpretate per l’occasione con nuove integrazioni ed elaborazioni. Il focus centrale è dedicato a lavori che rimandano ai viaggi compiuti negli anni Settanta, in particolare l’Iraq, l’Afghanistan e alcuni territori dell’Asia. La metafora del viaggio è la chiave narrativa che connette le varie parti di un percorso che vuole avere i tratti di un’installazione unitaria, anche se è costituita da parti o episodi distinti.

La metafora del viaggio è la chiave narrativa che connette le varie parti di un percorso che vuole avere i tratti di un’installazione unitaria, anche se è costituita da parti o episodi distinti. La mostra presenta alcuni lavori di carattere ambientale, dove alle “Arpe” si affiancano parti di relitti marini, ai quali parallelamente l’artista affida la memoria di viaggi compiuti nel tempo e nello spazio, e alcuni lavori a parete, tra i quali alcune delle maggiori “Mappe”, nelle quali forme e colori estremamente ridotti riportano le tracce di luoghi dimenticati nelle pieghe della storia. Un lavoro implicitamente “archeologico”, che rivela però il suo interesse anche in relazione al modo in cui quella parte del mondo quasi trascurata, apparentemente, negli equilibri mondiali del Novecento e nelle più immediate destinazioni di viaggio, è tornata ad avere una sua prepotente evidenza da alcuni decenni. In dialogo diretto si aggiungono le “Vele”, simboli di una navigazione in atto.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Danilo Montanari, arricchito da alcuni incontri che coinvolgono studiosi, quali Franco Farinelli e Raffaele Milani, provenienti da diversi ambiti disciplinari.

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