Al Forte di Bard, in Valle d’Aosta, nella Sala delle cannoniere è allestita la mostra “Napoléon. Andrea e Paolo Ventura”, che sarà aperta al pubblico fino a domenica 5 giugno.
La figura di Napoleone, la vita all’interno delle sue guarnigioni, il legame storico con il Forte di Bard posto prima sotto assedio, poi sconfitto e successivamente fatto radere al suolo; sono questi i temi comuni da cui parte la riflessione a due voci di Andrea e Paolo Ventura, artisti, fotografi e fratelli, che presentano due distinti progetti in ambito a questa mostra.
Andrea Ventura propone il lavoro intitolato “Epidemics of Nostalgia” dell’anno scorso, una serie di tredici opere a colori acrilici su carta, centrato sul tema della narcolessia, un fenomeno con caratteristiche di nostalgia dalla propria casa-patria, molto diffuso tra le file degli eserciti di Napoleone impegnati sui fronti europei all’inizio dell’Ottocento.
Paolo Ventura si è ispirato invece all’assedio del Forte di Bard avvenuto nel maggio 1800 da parte delle truppe francesi, per realizzare una serie di undici opere inedite. I due artisti, ognuno con il proprio linguaggio, rileggono il mito napoleonico delle grandi battaglie e della Grande Armée che le ha combattute. Al comando di un solo uomo, migliaia e migliaia di soldati, ragazzi e adulti da ogni parte d’Europa che hanno marciato in Italia, in Austria, in Germania, in Ungheria, in Polonia, in Russia.
Andrea e Paolo, gemelli nella vita e anche nel talento, si pongono al seguito di questo esercito attingendo ai racconti di guerra narrati in famiglia e, ciascuno attraverso la propria sensibilità, Andrea è pittore, Paolo fotografo, offrono una personalissima narrazione di questi eventi: i protagonisti sono i soldati, ma anche gli artisti stessi, calati in atmosfere a metà tra il reale e l’onirico. Il Forte di Bard, un tempo luogo di guerra e di scontro, attraverso questo progetto apre una riflessione su una delle tragiche conseguenze che, ieri come oggi, i conflitti portano drammaticamente con sé segnando la vita di intere generazioni.