La mostra del fotografo Kurt Ammann, intitolata “Youth. L’età dell’innocenza”, promossa dal Consolato di Svizzera a Venezia e realizzata a cura di Biba Giacchetti, con la collaborazione di Fausto Fabiano, è aperta al pubblico fino al 14 aprile a Palazzo Trevisan degli Ulivi, sede del Consolato a Venezia. È questa la seconda tappa dell’esposizione che giunge a Venezia, dopo Milano.
A sostegno della politica estera svizzera in ambito giovanile e in linea con l’Agenda 2030, e in particolare con gli obiettivi relativi alla sostenibilità sociale, attraverso l’arte fotografica di Kurt Ammann si vuole riproporre anzitutto il tema dei giovani, particolarmente colpiti e messi alla prova dalla pandemia. Sono al centro dell’attenzione e del dibattito per un loro riposizionamento sociale che risulti il più possibile aperto, equo e sostenibile. Con questa esposizione la Svizzera si inserisce altresì in un contesto più ampio e si allinea all’Unione Europea, che ha dichiarato il 2022 “Anno della gioventù”.
Sostenibilità sociale dunque ma anche ambientale. La bellezza e l’unicità della natura incontaminata, soprattutto alpestre, presente in molti scatti esposti, forniscono un forte rimando al concetto di sostenibilità, rispetto e salvaguardia dell’ambiente. Oggi tematica imprescindibile e di grandissima attualità per ogni Paese, che trova ampio spazio fra gli obiettivi ecologici dell’Agenda 2030.
Svizzero di Berna, classe 1925, sguardo limpido e tempra di acciaio, Ammann si iscrive a pieno titolo nella corrente elvetica della grande fotografia d’autore che ha esercitato un’influenza mondiale al pari del design e dell’architettura. I suoi mentori ed amici, sono stati Werner Bishop, Jacob Tuggener, Robert Frank, Renè Burri. Con loro Ammann ha condiviso lo stile netto ed essenziale delle sue immagini, l’eleganza formale, il rigore compositivo che rappresenta la più diretta emanazione della Straight Photography: genesi formale della fotografia di reportage contemporanea.
La selezione di Biba Giacchetti con Fausto Fabiano dedicata a questa mostra attraversa varie decadi e spazia dalla Svizzera al Giappone, dal Brasile alla Turchia, dall’Italia alla Corea e al Ghana.
È una mostra sottile e profonda che, attraverso la bellezza gentile delle immagini, vuole approfondire l’importanza di questo passaggio dell’esistenza a cui si consegna il futuro del mondo.