A San Lazzaro di Savena, in Emilia Romagna, alla Fondazione Cirulli, fino al 16 marzo prossimo è aperta al pubblico la mostra “Le donne di Kabul. Nello sguardo del fotografo Pino Settanni”.
La mostra è composta da una selezione di 13 scatti fotografici di grande formato che sono parte di una campagna fotografica più ampia che il fotografo romano Pino Settanni (Grottaglie, 1949) ha realizzato all’inizio degli anni 2000 quando si trovava in Afghanistan per conto dell’Esercito Italiano.
Le fotografie, stampate da Settanni nel suo studio, sono state elaborate digitalmente, e quasi ricreate, nel 2003 e stampate su carta Kodak Metal Processo Lambda in formato 50 x 70 cm. L’effetto finale vuole essere fortemente evocativo e i pixel, usati come sciabolate di colore, dilatano le figure femminili nello spazio fino a farne perdere i confini e diventare un tutt’uno con lo sfondo. Il fotografo-artista supera così il realismo visivo e al vento giustappone la rielaborazione grafica digitale; le figure femminili si scompongono e si ricompongono in forme nuove, ed esigono, come osserva lo stesso autore, “che l’immagine sia guardata con attenzione”. Al centro della ricerca fotografica sono le donne vestite nel loro abito tradizionale, il burqa, che camminano per la strada in un contesto quotidiano di guerriglia e di pericolo, prese dalle molteplici attività. Avvolte nei lunghi abiti svolazzanti sono guardate con l’occhio esteticamente sublime del fotografo Pino Settanni e trasformate in figure quasi angeliche.
La mostra si inserisce all’interno del progetto espositivo L’Archivio Animato che, a partire dall’archivio di Fondazione Cirulli, propone riflessioni sulla creatività e sul saper fare italiano nel secolo scorso.
Le immagini delle donne di Kabul, raccontate in maniera personalissima dal fotografo Pino Settanni, rimandano a una realtà estremamente complessa: quella di una condizione femminile nella quale parole come libertà, identità e stereotipi di genere assumono significati estremi e, a volte, disorientanti.