Al fondatore del Museo di Villa Giulia, Felice Barnabei, figura di spicco nell’ambito della Direzione generale Antichità e Belle Arti e deputato alla Camera del Regno d’Italia dal 1899 al 1917 per i Collegi di Teramo e di Atri, è dedicata questa esposizione di memorie private, allestita al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia fino al 10 ottobre.
La mostra è curata da Maria Paola Guidobaldi con il contributo alla progettazione di Antonietta Simonelli, Miriam Lamonaca, Vittoria Lecce e Angela Laganà. Si tratta di un primo assaggio in attesa delle celebrazioni per il centenario della sua morte, il 29 ottobre 2022, e perciò “gocce”, in questo caso di memorie private, restaurate da Barbara Costantini (i disegni) e da Miriam Lamonaca e Irene Cristofari (la collezione archeologica). In mostra si possono ammirare otto dei venti disegni autografi donati nel 2019 dai pronipoti di Caterina, sorella di Felice Barnabei, trovati nell’estate del 2018 nelle soffitte di Palazzo Fuschi di Castelli. Realizzati a matita e a carboncino su carta, sono esercitazioni sul disegno anatomico che denotano spiccate qualità disegnative e risalgono agli anni 1854-1858.
Le vetrine accolgono una significativa selezione della collezione archeologica donata nel 2018 dalla pronipote Roberta Nicoli Barnabei, costituita da ottantuno oggetti fra originali e riproduzioni moderne di reperti antichi. Rilevanti anche i frammenti di ceramica sigillata, detta anche “arretina” che dalla metà dell’Ottocento destò la curiosità degli studiosi, sia per la tecnica esecutiva, sia per la presenza di marchi di fabbrica. Di grande interesse appaiono pertanto i calchi di sette marchi di fabbrica in cui ricorre il nome di Marcus Perennius, titolare della più nota officina aretina. Analoga spiegazione potrebbe avere la presenza nella collezione del calco del Vaso dei mietitori, opera rinvenuta a Creta nel 1902 e pubblicata l’anno successivo insieme a foto tratte sia dall’originale, sia da calchi appositamente eseguiti in un altro periodico curato da Barnabei, i “Monumenti Antichi”.
Completano l’esposizione una singolare caricatura di Felice Barnabei, realizzata in ceramica probabilmente di Castelli e a forma di salvadanaio, prestata per l’occasione dal pronipote Peppino Scarselli, e alcune foto di famiglia prestate dal pronipote Alfredo Celli. Un video realizzato da Mauro Benedetti presenta tutte le opere donate e le foto di famiglia e le vedute di Castelli degli inizi del Novecento appartenenti all’archivio di Alfredo Celli. L’allestimento comprende infine due inusitati pannelli dipinti che diventano essi stessi opere esposte.
L’albero genealogico della famiglia Barnabei, ricostruito grazie al contributo fondamentale di Alfredo Celli, è stato mirabilmente trasformato da Giampiero Abate e Bianca Maria Scrugli in un’opera figurativa di grande piacevolezza, dipinta per esigenze di allestimento con colori acrilici su una pellicola in PVC autoadesiva, successivamente applicata a uno dei supporti di sala (1.50×2 metri). Giancarlo Bucci ha invece con grande efficacia e sapienza coloristica trasfigurato una veduta storica del natio borgo di Castelli, ove egli stesso ha studiato, diplomandosi come “Maestro d’arte per la ceramica” in quella Scuola d’arte fondata proprio da Felice Barnabei nel 1906. Il dipinto (3×2 metri) è stato realizzato su pannelli di forex con colori acrilici e con finitura di vernice trasparente opaca, una tecnica sperimentata per la prima volta dall’artista e dettata anch’essa da necessità di allestimento.