Franco Matticchio (Varese, 1957) è conosciuto per aver disegnato per i maggiori quotidiani italiani e collaborato con numerosi editori, come autore di copertine e di fumetti. Il suo tratto e il suo immaginario visivo sono immediatamente riconoscibili e fanno di lui una delle voci più originali del panorama dell’illustrazione editoriale italiana. Da ciò è derivata la decisione di presentare la sua mostra “L’arca” nel corso del Festival della Letteratura di Mantova.
L’esposizione è a cura di Melania Gazzotti ed è allestita alla Casa di Rigoletto fino al 3 ottobre.
Con “L’arca” Mantova vuole rendere omaggio allo stile inconfondibile di Franco Matticchio e al suo personalissimo sguardo sul mondo, che può essere a volte poetico e discreto, altre volte ironico e surreale, ma sempre caratterizzato da una grande curiosità per la natura umana.
L’idea è quella di ripercorrere la carriera dell’autore e la sua vastissima produzione dando risalto a uno dei soggetti da lui più amati: gli animali, che sono sempre stati una fonte inesauribile di ispirazione. Le creature che animano l’universo matticchiano possono provenire direttamente dal mondo animale, che siano domestiche, selvatiche o esotiche, oppure essere il frutto della sfrenata fantasia dell’autore, che spesso gli attribuisce tratti o atteggiamenti umani. Possono essere protagoniste di singole tavole, alcune cupe, altre enigmatiche, altre ancora esilaranti, o di intere saghe, come quella del gatto Jones, un felino in camicia, pantaloni e bretelle e con una benda sull’occhio sinistro, star di numerose strisce pubblicate su “Linus” e del volume “Jones e altri sogni” (Rizzoli Lizard, 2016).
Altrettanto emblematici sono i bestiari surreali raccolti nei volumi “Animali sbagliati” (Vanvere, 2016) e “Animali sbagliati 3” (Vanvere, 2020), nei quali Matticchio ha dato vita a una serie di esseri fantastici, nati da estrosi giochi di parole. E non può mancare a quest’appello a salire sull’arca di Matticchio il vorace bull terrier bianco con l’occhio nero, disegnato dall’autore per i titoli di testa del film “Il mostro” di Roberto Benigni (1994).
In questa mostra sono esposte una serie di tavole originali, acquarelli, chine e matite, realizzate per libri, fumetti e giornali, ma anche lavori inediti, provenienti dall’archivio dall’artista e da collezioni private.
La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Mantova e dall’Associazione Flangini di Milano, è accompagnata da un catalogo edito per l’occasione.