Riceviamo e pubblichiamo
L’opera di Ale Guzzetti (Tradate, VA, 1953) (mai nome fu scopertamente scoppiettante e futurista) si forma fra figure che richiamano, la scultura, o se vogliamo l’oggetto e inseguono il suono nella loro destinazione finale. Divengono così macchine parlanti o urlanti. Macchine che comunque intese si originano dalla cultura futurista vicina al Bruitismo, o, al Rumorismo di Luigi Russolo. Egli è il padre oramai conclamato della musica elettronica nel suo sviluppo tecnologico grazie ai suoi “ingegni” tipo Intonarumori o Rumorarmonio. Meccanismi particolari che hanno cambiato il suono della musica moderna. Poteva il nostro Ale Guzzetti, già vincitore del Festival interattivo Ars Elettromica di Linz nel 1991, sottrarsi e non seguire questa strada aperta dal Russolo per le sue sculture sonore, o per le sue automazioni parlanti?? Ale Guzzetti si muove sul confine dell’elettronica pura che si coniuga al vocalismo (Sprechgesang) di Arnold Schonberg dentro una facciata da artista visivo che conosce la musica elettronica avendone frequentato i corsi in Padova, ma soprattutto usando questo suo sapere per dare vita all’oggetto muto, dentro la più bella tradizione orale dell’altro da sé, che ti parla. Ricorso ad Omero? o, meglio ancora, alla voce del cespuglio di fuoco che parla a Mosè nel Sinai senza proferire suono? Ma pure al Golem che spaventa i bambini ebrei nella Berlino dannata? O ancora, e più vicino ai nostri tempi, quale Avatar di ognuno di noi replicanti e coatti a ripetere come ci ha insegnato Freud? A queste domande, usando l’intuizione futurista, credo che Ale Guzzetti tenti di darsi, e dare a Noi, una risposta.
Studia pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano e musica elettronica presso il Politecnico di Milano, il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova e la School of Computing and Electronics della Plymouth University UK.
Tra i primi artisti italiani dediti all’arte interattiva, realizza dal 1983 le forme e i circuiti elettronici delle sue sculture sonore. Questi circuiti sono capaci di produrre suoni, voci e piccole sequenze sonore. Lo spettatore può, attraveso la prossimità e il contatto interagire con esse attraverso sensori.
Dal 1999 lavora anche al progetto “techno sound gardens”: installazioni di nano-sculture sonore alimentate dalla luce solare e dislocate in ambienti naturali del pianeta quali i Giardini di Villa Panza a Biumo, il Bytc Park di Pechino, I parchi del Marocco, le Isole Galapagos, i vulcani dell’Ecuador e delle Isole Azzorre, le isole artificiali degli Emirati Arabi, il deserto dell’Uzbekistan e i giardini zen del Giappone.
Premiato nella sezione Interactive Kunst del Prix Ars Electronica di Linz nel 1991, premio Civica Galleria di Arte Moderna di Gallarate nel 1997, e Premio Casoli di Fabriano nel 2006. Invitato alla Biennale Aperto Vetro di Venezia del 1998 e tra i cento artisti del mondo nella mostra Next Millennium Museum del Victoria & Albert Museum di Londra nel 2000.
Tra le sedi di mostre personali: Fondazione MUDIMA di Milano, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, Fondazione Mastroianni di Arpino. Tra le collettive: Festival dei Due Mondi di Spoleto, Galleria Nazionale di Praga, Musee Art Contemporain di Montreal, Museum fur Sepulkralkultur di Kassel, MAXXI di Roma.
“Versus”, fino all’11 settembre, AIAP Art Agency-Bolzicco Arte/Androne 51 – a cura di Marcantonio Bolzicco e Boris Brollo.