La mostra dedicata a Giovanni Antonio Cybei (1706-1784), aperta fino al 10 ottobre, si articola su quattro diverse sedi a Carrara e costituisce l’evento culminante delle celebrazioni per i 250 anni dalla fondazione dell’Accademia di Belle Arti di Carrara (1769-2019). L’evento è promosso e realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Carrara, con la collaborazione del Comune di Carrara, della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, della Fondazione Giorgio Conti, delle Associazioni Amici dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e Dickens Fellowship, con il Patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana, della Provincia di Massa Carrara, della Prefettura di Massa Carrara, del Touring Club Italiano e con la partnership del Gruppo Grendi.
L’iniziativa è ideata e curata da Gerardo de Simone e da Luciano Massari e si avvale di un Comitato scientifico di livello internazionale che include i più autorevoli studiosi di scultura del Settecento: Sergey Androsov, direttore del Dipartimento di Arte occidentale al Museo Ermitage di San Pietroburgo; Andrea Bacchi, Presidente della Fondazione Federico Zeri di Bologna; Liliana Barroero, emerita di Storia della critica d’arte presso l’ateneo di Roma Tre; Marco Ciampolini, direttore del Museo CARMI a Carrara; Francesco Freddolini, massimo studioso di Giovanni Baratta, il maestro di Cybei; Andrea Fusani, massimo esperto di Giovanni Antonio Cybei; Volker Krahn, curatore del Dipartimento di Scultura del Sei e Settecento presso gli Staatliche Museen di Berlino; Daniele Sanguineti, docente di Storia dell’arte moderna presso l’Università di Genova; Cinzia Maria Sicca, ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università di Pisa; Alison Yarrington, docente presso l’Università di Loughborough e presidente del comitato editoriale dello “Sculpture Journal”.
In questa mostra viene illustrato l’intero arco della sua attività, dalla sua formazione presso la bottega Baratta al Baluardo, fino al quindicennio finale della sua vita in cui Cybei fu nominato direttore della neonata Accademia di Belle Arti. Sono esposte oltre un centinaio di opere (provenienti da importanti musei pubblici e collezioni private) tra sculture in marmo, modelli in gesso e terracotta, disegni, stampe, volumi, dipinti e saranno documentate nel modo più adeguato anche opere perdute o inamovibili attraverso fonti visive e scritte.
Le sedi della mostra sono: CARMI, dedicata alla bottega Baratta, con capolavori di Giovanni e del fratello Pietro, e le opere sacre e monumentali di Cybei; Palazzo Binelli, per un focus sul ritratto, con busti di insigni aristocratici, politici ed eruditi e una sala dedicata alla duchessa Maria Teresa Cybo Malaspina, benemerita fondatrice dell’Accademia di Belle Arti di Carrara; Palazzo Cucchiari, per la sezione sul Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, esponente del dispotismo illuminato, ed un’altra sul colossale Monumento equestre del duca Francesco III d’Este a Modena, eretto da Cybei nel 1774 e distrutto nei tumulti rivoluzionari, illustrato da modelli preparatori, vedute, piante, documenti e dall’unico frammento superstite; sede dell’Accademia di Belle Arti, dove un’aula accoglie testimonianze documentarie, librarie e figurative sulla prima attività dell’Accademia.
In mostra ci sono anche pregevoli opere di confronto di scultori e pittori contemporanei quali: Jean-Baptiste Boudard, Michelangelo Borghi, Agostino Cornacchini, Domenico Andrea Pelliccia, Francesco Maria Schiaffino, Innocenzo Spinazzi, Pietro Stagi; Corrado Giaquinto, Guido Pignatta, Antonio Consetti, Giuseppe Maria Soli, Domenico De Angelis.
L’itinerario cybeiano si completa a Carrara con le opere realizzate da Cybei in Duomo, di cui fu cappellano (l’altare “del Riscatto”, la Madonna del Rosario in cartapesta policroma e la sua lastra tombale), con i bassorilievi mitologici nell’atrio del palazzo Remedi, e con due importanti nuove attribuzioni, le statue di San Francesco e di San Bernardino da Siena nella chiesa di San Francesco.
Il catalogo della mostra è pubblicato nella collana Studi e fonti per la storia della scultura della Pisa University Press.