Fino al 30 luglio prossimo, allo Spazio Ex Cisterne della Fabbrica del Vapore di Milano, è esposta la mostra “Beyond the dark” dedicata all’artista spagnolo Miguel Angel Martin, che torna a Milano dopo 15 anni di assenza.
Per questa speciale occasione tre curatori noti nel mondo dell’avanguardia artistica si sono uniti nel progetto di riportare Miguel Angel Martin e le sue opere al pubblico milanese: Grace Zanotto per Famiglia Margini, Federica Palmarin per Venice Faktory, Jorge Vacca per La Cueva (No-Art Gallery).
Questa mostra è composta da 160 tavole e si sviluppa in quattro sezioni: “The dark”, “The future glows in the dark”, “Beyond the dark”, “Cold World” (sezione vietata ai minori di 18 anni).
Dotato di una sensibilità formale in cui la chiarezza del tratto si infrange contro la crudezza della narrazione, Miguel Ángel Martìn è fra i pochi autori contemporanei ad aver dato un nuovo significato all’introspezione psicologica nell’era della post-avanguardia.
Erede degli scenari cyberpunk così come del graphic novel più emotivo, perennemente diviso tra la profondità di sentimenti dei suoi personaggi e la greve follia delle sue storie.
Le sue opere hanno provocato diversi dibattiti sulla libertà d’espressione. Irriverente, provocatorio, trasgressivo, iconoclasta, estremo e pornografico sono alcuni degli appellativi più ricorrenti a cui si continua ad accostare il nome di Miguel Àngel Martin, l’autore spagnolo che in Italia giunge alla notorietà con lo scandalo giudiziario seguito alla pubblicazione nel 1995 di “Psychopathia Sexualis”, considerato il fumetto più violento mai realizzato. Negli anni Martin è andato rivelandosi tra i più lucidi e spietati interpreti della contemporaneità, di cui, con le sue storie e i suoi disegni, mette in luce gli aspetti paradigmatici e conturbanti, divenendo, al pari di altri maledetti come Sade o Burroughs, autore di culto. “Out of my brain” è in assoluto il primo lavoro organico che tenta di esplorare l’universo affascinante e destabilizzante dell’osannato fumettista iberico. Un saggio analitico alternato ad un’intervista “pop” per definire i passaggi e le tappe di un percorso creativo entusiasmante, che ha visto il formarsi di un inconfondibile segno stilistico e di una visione dissacrante, la nascita di un mito delle nuvole parlanti, Brian The Brain, e l’affermazione di un genio dell’arte sequenziale.
Ha illustrato “El Quijote de la Mancha” di Miguel de Cervantes per il suo 400° anniversario, in occasione della mostra “Mitos del Pop”, un coloratissimo volume su commissione per il Museo madrileño Thyssen e illustrato “Los 120 giorni de Sodoma” del Marchese De Sade.
Autore di diverse opere tra cui “Brian the brain”, “Rubber Flesh”, “Total Overfuck”, “Cyber Freak”, “Surfing in the third wave” attualmente pubblicate da Edizioni NPE.