Impressionisti. Alle origini della modernità


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Al museo MA*GA di Gallarate (VA), fino a gennaio 2022 è esposta la mostra dedicata agli Impressionisti che propone oltre 180 opere dei maggiori esponenti della pittura francese e italiana del Secondo Ottocento, da Gericault a Courbet, da Manet a Renoir, da Monet a Cézanne a Gauguin, a Boldini e De Nittis, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e francesi.
La rassegna, che ha ottenuto il riconoscimento della Medaglia del Presidente della Repubblica, è promossa dal Museo MA*GA e dal Comune di Gallarate, con la collaborazione di RJMA Progetti culturali e Diffusione Italia International Group, con il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo, con il sostegno di Ricola, partner istituzionale del Museo, e Lamberti spa.
La direzione scientifica della mostra è di Sandrina Bandera, Emma Zanella e Vincenzo Sanfo, con il contributo critico di Rosa Barovier, Paolo Castagnone, Gilles Chazal, Virginia Hill, Fiorella Minervino, Gonzalo Fernández Prieto.
L’esposizione, attraverso dipinti, disegni, acquarelli, incisioni e sculture, conduce il pubblico lungo un percorso di scoperta delle trasformazioni della cultura visiva europea nella seconda metà del XIX secolo, che spazia dal Realismo, all’Impressionismo e al Post-Impressionismo. L’itinerario di visita si articola in una serie di sezioni attraverso le opere degli artisti che hanno esposto nelle otto mostre ufficiali dell’impressionismo dal 1874 al 1886; le sezioni sono scandite dai titoli di capolavori letterari di fine Ottocento, mentre le opere dialogano con le arti applicate, la moda, la musica e la letteratura.

Claude Monet, Vague, 1869-1871, tecnica mista, 36 x 28 cm, Collezione privata


La prima, intitolata Correspondances come la famosa poesia, tratta da Les Fleurs du mal di Charles Baudelaire del 1857, si concentra sul rapporto tra uomo e natura e propone, tra gli altri, i capolavori di Gustave Courbet, Claude Monet e Alfred Sisley, oltre a presentare le opere di artisti meno noti ma di fondamentale importanza per la rivoluzione impressionista.
L’anima naturalista di Émile Zola che si ritrova nel suo Le Ventre de Paris, stimola uno sguardo disincantato e diretto sulla violenza e la durezza della vita tanto urbana quanto rurale, lo stesso che si ritrova nelle opere La barricade, 1871 di Éduard Manet o ne La faneuse, 1890 di Camille Pissarro.
La sezione La Comedie Humaine, dalla raccolta di scritti di Honoré de Balzac, analizza la pratica di ritrarre i propri compagni di pittura e critici, poeti, amici di tutti i giorni, in una corrispondenza di sensi e di emozioni che conduce nell’atmosfera di quegli anni. In mostra una serie di ritratti tra cui quello di Bracquemond realizzato da Édouard Manet, quello di Wagner eseguito da Pierre-Auguste Renoir, e quest’ultimo ritratto a sua volta da Pierre Bonnard.
À Rebours, il romanzo di Joris-Karl Huysmans, ispira le ricerche di artisti quali Paul Cezanne o Paul Gauguin che, in modi differenti si allontanano dalla lezione impressionista per seguire percorsi autonomi che anticiperanno la nascita delle avanguardie.
Il percorso espositivo prosegue con artisti quali Auguste Renoir, Berthe Morisot, Giuseppe De Nittis, Giovanni Boldini e Federico Zandomeneghi, capaci di rappresentare le trasformazioni sociali di quella che Baudelaire definiva La Vie Moderne (1863).
Le opere in mostra sono accompagnate da preziosi abiti da cerimonia originali di fine Ottocento, provenienti da una collezione privata, già di proprietà della regina di Portogallo e di nobildonne francesi, e da vetri Art Nouveau che testimoniano la moda e la modernità della Parigi fin-de-siècle.
Il catalogo Nomos Edizioni, a cura di Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, è arricchito dalle schede scientifiche dedicate agli artisti e alle opere curate da Vittoria Broggini, Alessandro Castiglioni, Francesca Chiara, Lorena Giuranna, Emma Zanella.
Gli allestimenti degli spazi museali del MA*GA, appositamente ripensati per questa occasione, sono a cura di Angelo Jelmini.

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