Artista d’azione, attivista, ambientalista, scultore, performer, disegnatore e professore all’Accademia d’Arte di Düsseldorf: Joseph Beuys avrebbe compiuto 100 anni il 12 maggio 2021. All’artista che con le sue idee, le sue opere e il suo impegno politico ha avuto un impatto significativo sul panorama artistico internazionale del dopoguerra, il Goethe-Institut dedica numerosi progetti e collaborazioni in tutto il mondo.
Ad inaugurare l’anno dedicato a Beuys è Casa Morra, Archivio d’Arte Contemporanea, che, dopo un talk online, propone la mostra “Beuys e Napoli”, fino al 13 novembre, a cura di Giuseppe Morra, che raccoglie l’eredità culturale dai soggiorni dell’artista a Napoli e in Italia tra il 1971 e il 1985. In mostra si segnala la proiezione di cinque film negli spazi degli Archivi Mario Franco: al regista napoletano si deve la più completa documentazione filmica della collaborazione tra Lucio Amelio e Beuys a partire dalla prima mostra “La rivoluzione siamo noi” (1971) alla Modern Art Agency. Per celebrarne il cinquantenario, la programmazione inaugurerà con l’omonimo film che sarà proiettato insieme a “Der Tisch”, filmato donato da Beuys al regista napoletano nel formato originale in 16mm, che documenta una delle sue prime azioni all’Accademia di Düsseldorf (1971). Della collaborazione tra il gallerista napoletano e l’artista tedesco, Franco documenta altre azioni come “Vitex agnus castus”, realizzata per Arena: dove sarei arrivato se fossi stato intelligente! (1972), e “Diagramma Terremoto”, contestuale a Terremoto in palazzo (1981). Di questa seconda azione Petra Richter restituisce una suggestiva immagine di Beuys, descrivendolo come un “sismografo umano […] assorbito nel tracciare le vibrazioni di un terremoto immaginato allo stesso modo in cui una macchina ECG registra l’attività elettrica del cuore umano”. Dell’ultima grande mostra a Capodimonte, Palazzo Regale (1985), raccontata da Michele Bonuomo come “una definitiva architettura di tutta la sua produzione, quasi […] un testamento”, Franco realizza un filmato con l’ultima intervista all’artista tedesco sulla sua opera e sul suo legame con Napoli e l’Italia.
È anche esposta una serie fotografica di Gerardo Di Fiore che testimonia l’incursione di Beuys nel contesto dell’azione “Hic Sunt Leones” (1972) del collettivo Galleria Inesistente, una selezione di multipli e un’inedita documentazione fotografica di Vettor Pisani sullo storico contributo di Beuys a Documenta 5 (1972), dove per cento giorni l’artista allestì l’ufficio per l’“Organizzazione per la democrazia diretta tramite referendum”. Il percorso della mostra si chiude con un’appendice della sala permanente dedicata all’artista tedesco, allestita nel 2017 con materiali donati da Lucrezia De Domizio Durini: un approfondimento su Difesa della natura a Bolognano, dove il 13 maggio 1984 Beuys aprì uno spazio di discussione pubblica sui temi della difesa della natura e della creatività individuale.