“City of God” è il titolo della mostra personale di Alessandro Pessoli (Cervia, 1963), a cura di Fulvio Chimento, presso Palazzo Vizzani a Bologna fino al 26 giugno prossimo. L’evento è organizzato da Alchemilla (Bologna), greengrassi (Londra), ZERO… (Milano) e fa parte del programma istituzionale di Art City Bologna 2021, manifestazione promossa dal Comune di Bologna.
Si tratta di una mostra completa che accoglie in modo rigoroso i vari elementi plastici e figurativi caratterizzanti il lavoro dell’artista: pittura, scultura, disegno, opere in terracotta. I differenti linguaggi sono accomunati da una poetica che agisce in modo (sottilmente) disgregante, tanto sulla materia delle opere, quanto sulla psiche dei soggetti rappresentati.
Alla produzione recente appartengono le opere in terracotta, tecnica che caratterizza il lavoro di Pessoli negli ultimi quindici anni, punto di raccordo ideale fra le sculture e i disegni in mostra, come pure i dipinti, in cui la complessità iconografica della pittura italiana, aggiornata alla luce delle correnti “internazionali”, viene risolta con una vivace immediatezza di soluzioni compositive. Fra le tele in mostra si citano: Butterfly girl #1, Couple, Stupida dolce testa.
Tra le opere realizzate per questa mostra, si ricordano i due gruppi di disegni su carta a tecnica mista, intitolati Set your body free e The border. Nei disegni emerge l’attitudine dell’artista a procedere attraverso un originale rimescolamento di codici figurativi, con la conseguenza di attrarre e di “magnetizzare” il presente, arricchendo la superficie dei lavori di mezzi rappresentativi propri della comunicazione del nostro tempo.
Si segnalano, inoltre, le sculture The garden Delight, AP 1963 e Testa fiorita, che si muovono sul confine formale fra scultura e installazione, grazie alla capacità di conquistare lo spazio percettivo del visitatore attraverso forza e levità, infondendo agli ambienti espositivi un senso di attesa e, al tempo stesso, di presenza fisica.
La scultura City of God, da cui la mostra prende il nome, già presentata a Los Angeles nell’esposizione Morning Becomes Eclectic (2017) viene riassemblata caricandosi di nuovo senso, e collocata nella “Stanza del lampadario”, uno degli ambienti più suggestivi di Alchemilla. Il nome è un omaggio all’omonimo film di Fernando Meirelles: storia vera ispirata alla figura di Wilson Rodrigues, bambino cresciuto in una favela a Ovest di Rio De Janeiro.
In questa mostra, Pessoli mette in relazione vari registri narrativi, ora ironici e surreali, ora tragici e avvolgenti, divenendo regista occulto che determina la presenza scenica dei suoi personaggi, insofferenti alle insidie del presente. Nella “Città di Dio” dolcezza e dramma viaggiano sullo stesso binario, le passioni hanno tinte forti, il destino è una piccola fiamma che resiste al vento.