È stata prorogata fino al 27 giugno prossimo, la mostra “Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani”, a cura di Luca Beatrice e Walter Guadagnini, presso le Gallerie d’Italia, Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza.
L’esposizione presenta circa cento opere di artisti italiani e internazionali come Boccioni, Fontana, Christo, Boetti, Rotella, Warhol, Lichtenstein, Rauschenberg, Schifano, Hirst, provenienti da importanti collezioni private e dalla collezione Intesa Sanpaolo.
La mostra apre una riflessione di straordinaria attualità sul concetto di ‘futuro’ attraverso le visioni dell’arte, dagli anni ’60, decennio del boom economico, della crescita demografica, dell’ottimismo e del consumismo che nell’arte si traducono nell’era pop e nell’esplosione dei fenomeni giovanili, fino a una società che si è trovata a vivere contemporaneamente il cambio di un secolo e di un millennio, attesi con grandi aspettative e alcune paure.
L’arte contemporanea ha interpretato e rappresentato la visione del futuro: strettamente legata, da una parte, all’idea di progresso, tecnologia, innovazione; dall’altra al desiderio e alla necessità del cambiamento, alla spinta a migliorare la società e se stessi convinti che ciò che sarà domani potrebbe essere migliore dell’oggi.
L’esposizione prende avvio con un prologo dedicato al Futurismo, la prima avanguardia europea che dal suo nome rivela la volontà di essere motore di cambiamento, con opere in mostra di Boccioni, Depero, Marussig, Zanini e con due parole chiave, ‘spazio’ e ‘tempo’: il primo visto con gli occhi di Fontana, Munari, Klein; il secondo con l’ironia di Baj e le intuizioni di artisti quali Boetti, Cattelan, Mari, Paolini, Turcato.
Cinque le sezioni espositive che introducono altrettante visioni del futuro. Da sfondo, a compendio della narrazione, una serie di grandi immagini fotografiche dall’Archivio Publifoto Milano, parte della collezione Intesa Sanpaolo, che accompagnano la time-line dei singoli decenni e raccontano l’idea di futuro nella società, in particolare quella italiana.
Gli anni Sessanta sono improntati su “Il Futuro è il presente”, che vanno dallo Spazialismo all’arte cinetica, dalla Pop all’Op attraverso le opere di artisti come Rauschenberg, Rotella, Vasarely, Fioroni. I Settanta esplorano il concetto de “Il Futuro è il politico”, con parole quali ‘utopia’ e ‘rivoluzione’ e movimenti che spaziano dalla poesia visiva all’Arte Povera, dal femminismo all’arte militante, con opere di autori quali Christo, Indiana, Isgrò, Schifano, Tilson. Per gli anni Ottanata, “Il futuro è il successo” che accompagna dagli anni Ottanta alla bolla speculativa, con la domanda ‘il mercato dell’arte conta più dell’arte?’ e opere tra gli altri di Hirst, Kruger, Rosenquist, Warhol, per entrare nei Novanta che introducono la tematica de “Il futuro è il postumano”, con l’uomo che decide di trasformare se stesso partendo dal proprio corpo, e opere tra gli altri di Burson, Morimura, Skoglund fino ai modelli ‘transumani’ negli scatti di Vintiner. Il percorso espositivo si conclude con i grandi temi dei primi decenni del millennio: “Il futuro è l’ambiente” e l’enorme sfida legata alla difesa del pianeta, con opere di artisti quali César, Eliasson, Gilardi, Lai, Najjar per arrivare all’oggi, entrato prepotentemente in un nuovo futuro da leggere nella sfera di cristallo del giovane artista Bufalini. E tutto ancora da scrivere.
Il catalogo della mostra è edito da Edizioni Gallerie d’Italia | Skira.