Jacovitta il tuo Cocco Bill


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Questo è il terzo evento della rassegna “Peccioli per piccoli”, a cura di Cristoforo Moretti, e ospita un personaggio monumentale del fumetto italiano: il cowboy Cocco Bill di Benito Jacovitti. La mostra propone le 23 tavole originali di una storia intera del 1962 (di cui una ad alta definizione) ed esorta i bambini a giocare con “il Cocco” in ogni modo possibile. Cocco Bill è stato copiato, ridisegnato da generazioni di bambini e oggi le nuove tecnologie permettono giochi, digitali e non, davvero infiniti: un trailer ne propone alcuni, per un personaggio, o forse un amico, veramente fuori dal tempo e quindi immortale.

I cartelli di Jacovitti dicevano “Vietato cosare”, invece voi cosate Cocco Bill in tanti e il vincitore si porterà a casa un salame del 1962: anzi, il salame arriverà a casa del vincitore da solo! 

La storia Cocco Cocco Cocco Bill è stata pubblicata su “Il Giorno dei Ragazzi” tra gennaio e giugno 1963, su “Eureka” n.128 (1974), su “Cocco Bill” (Milano Libri 1975), su “Jacovitti Magazine” n.15 (1997), su “Il Giorno di Cocco Bill” (Stampa Alternativa 2009) e su “Il mondo di Jacovitti” (Hachette 2017).

Benito Franco Jacovitti nasce a Termoli, in provincia di Campobasso, il 9 marzo 1923.

La madre, Elvira Talvacchio, aveva lontane origini albanesi, tanto che fino all’età di sei-sette anni Jacovitti parlava perfettamente albanese, che unito alla già fervida fantasia di bambino e al dialetto molisano, lo faceva contare fino a 10 così: onza, donza, trinza, quaraqua, rinza, melaga, dunza, rif, raf e rof.

Il padre Michele Iacovitti (la I è diventata J solo per un vezzo artistico) faceva il ferroviere e come secondo lavoro faceva l’operatore in una sala di proiezione cinematografica, cosa che regalò al piccolo Jac la possibilità di vedere centinaia di film. I western erano quelli preferiti.

A sei anni iniziò a disegnare le prime storie a vignette sui lastroni di pietra che ricoprivano le strade di Termoli… e finì per diventare uno dei più grandi fumettisti italiani di tutti i tempi. 

Per visitare la mostra è sufficiente andare sul sito della Fondazione Peccioliper a questo link http://www.fondarte.peccioli.net/mostre.php

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