L’appuntamento del 21 gennaio delle Connessioni Culturali è dedicato a Gustave Courbet ed è l’occasione per scoprire più da vicino uno dei più importanti pittori francesi dell’Ottocento, un’artista provocatorio che ha saputo andare controcorrente, divenendo un punto di riferimento per molti artisti.
Nato nel 1819 a Ornans, vicino al confine francese con la Svizzera da una famiglia benestante, Courbet manterrà sempre uno stretto legame con la regione di origine, che venne infatti spesso immortalata nei suoi dipinti più celebri. Dopo aver iniziato studi di legge a Parigi, Courbet decise tuttavia di intraprendere la carriera del pittore allontanandosi però da quelli che erano allora i gusti più diffusi e ammirati: lo stile accademico e lo stile romantico.
Determinato nel voler dare vita a qualcosa di diverso, l’artista si propose di dipingere la realtà: poco importava se allora i soggetti che andavano per la maggiore fossero i temi storici su grande formato o i nudi accademici e artefatti, Courbet iniziò a farsi largo con uno stile sincero, ribaltando i canoni dell’epoca, inaugurando il filone “realista” e producendo opere come Dopocena a Ornans, Gli spaccapietre, Funerale a Ornans e L’atelier dell’artista, alcune delle quali conquistarono la critica, altre invece suscitarono dure critiche.
Alternando il gusto per la realizzazione di tele dichiaratamente provocatorie e irriverenti all’esecuzione di opere più morigerate e destinate al Salon, Gustave Courbet raggiunse l’apice del successo, divenendo un riferimento imprescindibile per i pittori realisti, realizzando dipinti dai soggetti più disparati, dalle nature morte ai nudi, dalle scene di caccia ai paesaggi, senza mai tralasciare scene sarcastiche e sfacciate, come “Il ritorno dall’Assemblea”, “L’origine del mondo” e “Venere e Psiche”.
La Connessione Culturale dedicata a Gustave Courbet ci avvicinerà quindi alla vita e alle opere di un pittore francese che è impossibile definire ricorrendo alle consuete categorie storico-artistiche e che divenne ancora più famoso grazie alla sua accesa partecipazione all’esperimento politico della Comune di Parigi del 1870, che tuttavia culminò con il suo arresto e successiva condanna per lo smantellamento della celebre colonna napoleonica eretta in Place Vendôme.
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