Il Covid si è portato via anche Fiorenzo Alfieri a 77 anni di età, assessore e consigliere per venticinque anni del Comune di Torino, al quale si deve la paternità delle “Luci d’Artista” nella città, assieme a numerose altre iniziative culturali e artistiche. Meriti suoi sono anche la riapertura di Palazzo Madama e di diverse sale teatrali, l’apertura del Mao e il completo rinnovamento del Museo dell’Automobile, lo sviluppo di Settembre Musica poi Mito, la nascita di Torinodanza e del Traffic festival. Uomo e politico particolarmente attivo e appassionato, lascia un grande vuoto sia in ambito politico che in quello culturale.
Così lo ricorda per noi Angelo Mistrangelo.
“Il ricordo di Fiorenzo Alfieri, per quarant’anni personalità e protagonista della vita politica e culturale di Torino, è affidato agli innumerevoli incontri durante le manifestazioni artistiche, le conferenze, gli interventi nell’ambito di una continua promozione di eventi che caratterizzavano il suo ruolo di Assessore alla Cultura: dall’inaugurazione di monumenti pubblici alle mostre istituzionali: dalla GAM Torino al Castello di Rivoli, di cui era Presidente, alla “Promotrice” al Valentino.
Un lungo percorso, il suo, che si è sviluppato, durante la presidenza dell’Accademia Albertina di Belle Arti, dal 2013 al 2019, attraverso il determinante impegno per la ristrutturazione della Rotonda del Talucchi, ora spazio espositivo, e l’organizzazione, sostenendo pienamente le intuizioni dell’allora Direttore Salvo Bitonti, di due edizioni del FISAD Festival Internazionale delle Scuole d’Arte e di Design. E sempre all’interno dell’Accademia si annovera, tra le altre iniziative, il progetto, realizzato insieme alla Fondazione Accorsi-Ometto, de “I Maestri dell’Accademia Albertina” con le antologiche dedicate ad Andrea Gastaldi, Giacomo Grosso e Cesare Ferro Milone che si intrecciano – ha scritto Fiorenzo Alfieri – con “la storia antica e con quella contemporanea della nostra Accademia”. Un viaggio e una riscoperta di alcuni aspetti della cultura visiva del primo Novecento, che, in seguito, ha dato vita al ciclo “dalla scuola di Grosso: Bartolomeo Boggio, Domenico Buratti e Venanzio Zolla”, sino all’ampia ricerca sull’opera del pittore-architetto Augusto Cesare Ferrari, allievo di Giacomo Grosso al corso “disegno di figura” dell’Accademia torinese. Mostre allestite nelle sale della Pinacoteca Albertina.
Un ricordo, quindi, legato a riunioni, riflessioni, scambi di informazioni, come nell’ultimo nostro incontro a Chieri, dello scorso mese di gennaio, per la rassegna internazionale di Fiber Art, “Tramanda”, dove aveva presieduto con misura e un sorriso i lavori della giuria, mettendo in evidenza “l’importanza del “filo” nell’arte di tutti e tempi, compresa quella contemporanea”.
Un impegno, il suo, che in queste ore viene ampiamente e profondamente espresso dalla città di Torino con l’allestimento della camera ardente nella Sala Marmi di Palazzo Civico, dove sarà possibile porgere l’ultimo saluto a Fiorenzo Alfieri mercoledì 16 dicembre, dalle ore 10 alle 20. E sempre mercoledì, ma alla sera, sarà proiettata sulla facciata della Mole Antonelliana la scritta “Grazie Fiorenzo”, mentre giovedì 17 dicembre le “Luci d’Artista” resteranno accese tutta la giornata. E su iniziativa di Paola Gribaudo, Presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, del Direttore Edoardo Di Mauro e dell’ex Direttore Salvo Bitonti, l’ipogeo de La Rotonda del Talucchi, nuovo spazio espositivo dell’Accademia, sarà intitolato alla memoria di Fiorenzo Alfieri.