Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pavia, nella sala del Rivellino del Castello Visconteo, fino al 6 gennaio 2021 è allestita la mostra dedicata Volker Hermes (Wegberg, 1972).
Il lavoro di questo artista è costituito dalla rielaborazione fotografica di opere pittoriche raffiguranti importanti ritratti eseguiti da celebri artisti della pittura internazionale, tra cui Jacometto Veneziano, Bronzino, Van Dyck, Rembrandt, Batoni, tra Rinascimento e diciannovesimo secolo.
Il progetto, iniziato dall’artista circa dieci anni fa, parte dal significato del ritratto e da ciò che nei secoli ha rappresentato per la società fino all’invenzione della fotografia. Volker analizza meticolosamente costumi e pose, dettagli e storia, per raggiungere l’obiettivo di rendere tali opere assolutamente attuali, partendo dal mascheramento fino ad arrivare al divario semantico tra velatura e copertura.
Possiamo dunque affermare che l’opera di Volker Hermes stabilisce un ponte di congiunzione, una continuità tra arte antica e moderna, mettendo in risalto l’evoluzione della ritrattistica attraverso i secoli.
Da un ritratto fine a se stesso, meramente rappresentativo del personaggio, l’artista riesce infatti a travalicarne il significato, per entrare in una dimensione intimistica, spingendoci ad analizzare l’aspetto interiore e nascosto del personaggio velato andando oltre la pura rappresentazione.
Volker Hermes reclama un’attenzione ai dettagli, fondamentali per avviare un’analisi psicologica, storica e artistica, del soggetto. Lo studio dell’opera d’arte parte infatti da un contesto storico, dettato dagli usi e costumi dell’epoca, per riproporre, nelle sue rielaborazioni, particolari importanti dell’opera stessa, giungendo a toccare temi quali il narcisismo, lo sfarzo, il rimando a codici e simboli araldici fino al feticismo. Capelli, gorgiere, nastri, lacci e maschere, ricavati dagli elementi già presenti nel dipinto, diventano di assoluta attualità nella società contemporanea. Il mascheramento, già presente nei lavori del 2019, è quasi premonitore di una situazione che ci spinge, in questo particolare momento storico, a rivalutare il messaggio che l’artista intende evidenziare.
Diventa sostanziale la differenza tra “velatura”, dal latino velum, quindi ornamento, e “copertura”: la prima permette allo spettatore l’identificazione del soggetto, la seconda spinge l’interlocutore a valorizzare altri elementi disponibili al riconoscimento.
La particolarità di questa mostra consiste non solo nell’esporre ben 28 photocollage di Volker Hermes, ma nell’aver proposto all’artista di rielaborare alcuni dipinti di proprietà dei Musei Civici, taluni mai esposti al pubblico e conservati nei depositi. Questa è quindi l’occasione di poter osservare per la prima volta gli originali accanto alle loro rielaborazioni contemporanee. Novità assoluta, qui si può ammirare ben quattro inediti che l’artista ha realizzato per Pavia, tra i quali un Ritratto del cardinale Lorenzo Raggio Pistone, di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio (1639-1709), oltre al Ritratto di gentildonna, forse Anna Bolena, attribuito a Frans Pourbus il Giovane, pittore di Anversa (1569-1622).