All’Antico Arsenale di Amalfi (SA), fino al 2 dicembre prossimo è esposta una videoinstallazione di William Kentridge, per celebrare la memoria di quei luoghi e i nuovi e affermati talenti, che richiama ad Amalfi i protagonisti dell’arte: artisti, galleristi, critici, collezionisti; il mondo dell’arte si dà appuntamento per quello che si preannuncia come un vero happening del contemporaneo.
Questo evento è un progetto della Galleria Lia Rumma, che propone il lavoro di William Kentridge, artista sudafricano che mescola tecniche differenti, dal disegno all’incisione, al teatro e all’animazione e si inserisce perfettamente, con un allestimento site specific, in questo nuovo e suggestivo spazio dell’Arsenale.
Si tratta del terzo tassello del progetto Amalfi e Oltre, voluto dalla Regione Campania nell’ambito del grande progetto di digitalizzazione della cultura della Campania per gli Archivi del Contemporaneo, attuato da Scabec, dopo il convegno Progettare la Memoria: Strategie del digitale promosso in collaborazione con l’Università di Salerno e la mostra I sei anni di Marcello Rumma inaugurata nel 2019 al Museo d’arte contemporanea MADRE di Napoli, a cura di Gabriele Guercio, con Andrea Viliani.
Collezionista raffinato, mecenate e imprenditore culturale di Salerno, Rumma diede vita ad alcune delle più importanti pagine della rivoluzione culturale del suo tempo, facendo della meravigliosa cittadina della costiera, dal glorioso passato di repubblica marinara, uno dei laboratori internazionali dell’arte italiana ed europea, come un simbolico porto aperto alla creatività, al pensiero e alle arti.
Con “More Sweetly Play the Dance” la Regione Campania con il Comune di Amalfi, e più esattamente in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, intende idealmente ripercorrere quell’esperienza artistica e culturale che caratterizzò gli anni ’60, con la sua dimensione “fisica” e partecipativa, restituendo all’Antico Arsenale di Amalfi, con gli attuali protagonisti del mondo dell’arte contemporanea, il ruolo centrale che ebbe allora e che oggi può nuovamente avere, in Italia e nel mondo.
La processione di varie silhouette di figure umane a grandezza naturale, accompagnata da musiche di una banda di ottoni sudafricana, avanza in un paesaggio disegnato a carboncino dall’artista, da schermo a schermo, ad un ritmo struggente che ricorda le marce politiche e le migrazioni, i conflitti e gli esodi, la morte e le lotte civili contemporanee, in uno scenario in cui passato e presente si rispecchiano l’uno nell’altro, implicando la nostra reazione collettiva e la nostra responsabile consapevolezza personale.
La pratica artistica di Kentridge si muove su più territori: dalle incisioni al teatro delle ombre, dai disegni ai film animati, dalle sculture agli arazzi fino alle produzioni realizzate per i teatri d’opera e alle grandi installazioni. Le tematiche migratorie ed uno sguardo rivolto alle vicende del Sudafrica caratterizzano l’opera dell’artista originario di Johannesburg fin dagli esordi, come testimoniato dai lavori grafici e filmici realizzati fra gli anni Ottanta e Novanta, per poi consolidarsi nella produzione successiva.