Alla Rocca di Angera, in provincia di Varese, nell’Ala Scaligera è allestita la mostra Fantastic Utopias, fino al 27 settembre, composta dalle opere di 15 artisti che riflettono sul tema del fantastico e danno vita a immagini e oggetti inaspettati e forse magici, al contempo seducenti e spaventosi capaci di portarci in universi alternativi lontani dalla verosimiglianza.
Gli artisti, contemporanei di provenienza internazionale, selezionati da Ilaria Bonacossa in collaborazione con Galleria Continua, sono: Jonathas De Andrade, Berlinde De Bruyckere, Carlos Garaicoa, Antony Gormley, Shilpa Gupta, Ilya & Emilia Kabakov, Zhanna Kadyrova, Sabrina Mezzaqui, Michelangelo Pistoletto, Ornaghi & Prestinari, Kiki Smith, Hiroshi Sugimoto, Pascale Marthine Tayou, Ai Weiwei, Chen Zhen.
Questa mostra fa parte di un progetto artistico promosso dai Principi Vitaliano e Marina Borromeo Arese e si snoda negli spazi restaurati dell’Ala Scaligera del Castello. Il tema del fantastico viene indagato dagli autori scelti in modo molto differente, ma un filo conduttore è ben riconoscibile: usare l’immaginazione per costruire un possibile mondo alternativo, immaginando una realtà diversa da quella che conosciamo.
Il fantastico, relegato dall’Ottocento al mondo dell’infanzia, diventa il mezzo per infrangere le convenzioni e immaginare ciò che sembra impossibile e sconosciuto e questi artisti testimoniano come immaginare una realtà alternativa offra il primo passo per raggiungerla.
La mostra nasce dal presupposto che nel nostro mondo post-reale, in cui conflitti, crisi politiche e ambientali sembrano susseguirsi senza sosta, il fantastico e la sua rappresentazione sono tornati al centro delle riflessioni contemporanee.
Lo testimoniano fenomeni e tendenze quali il successo planetario di Harry Potter, l’oscar al film The Shape of Water (2017) o l’ossessione televisiva per Game of Thrones (2011–2019). Con l’obiettivo di evadere dalla realtà, sogniamo di essere circondati da creature magiche, viviamo pensando a mostri e a battaglie tra mondi distopici, come se la secolarizzazione della società portasse al bisogno di immaginarci in mondi altri.