Shepard Fairey, nome in codice Obey


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A Palazzo Ducale di Genova è allestita fino al 1 novembre la mostra di un altro grande della street art: Obey, ossia Shepard Fairey, realizzata a cura di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, prodotta e organizzata da MetaMorfosi in collaborazione con Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura con il sostegno della Camera di Commercio di Genova, promossa da Comune di Genova e Regione Liguria.

Shepard Fairey, A Product of your Society, 2016, Collezione privata

La sua notorietà è legata al manifesto Hope, il ritratto di Barak Obama stilizzato in quadricromia, divenuto una vera e propria icona durante la campagna elettorale per le presidenziali degli Stati Uniti nel 2008.

Il percorso espositivo si propone come un viaggio visivo che incrocia quattro punti salienti nella poetica dell’artista: DonnaAmbientePaceCultura, ricreando un’ideale passeggiata nella notte metropolitana. Le opere in mostra sono parti organiche della stessa famiglia, una conversazione urbana tra messaggi militanti, visioni pacifiste, passioni solidali. Il lavoro di Obey stimola riflessioni sui temi umanitari, sui passaggi esistenziali, sulle utopie sociali, sui valori di giustizia al di sopra delle leggi.
L’universo di Obey è un universo cartaceo, basato sulle grafiche sovietiche e futuriste di inizio Novecento, sulle pitture parietali latinoamericane e sui muralismi italiani alla Mario Sironi. Obey crea immagini urlanti, semplificate nella palette cromatica, facendo attenzione all’equilibrio di pesi tra testo e immagine.

Tra le opere in mostra alcune immagini iconiche, come Hope in cui Obey raffigurò nel 2008 il futuro Presidente degli Stati Uniti. In questo caso non si trattò di una committenza, ma di un sostegno spontaneo alla figura politica di Barak Obama. Il ritratto Hope divenne talmente famoso da entrare a far parte della collezione permanente della National Gallery di Washington e fu giudicato dal critico d’arte del New Yorker, Peter Schjeldah, come «la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam».

Obey produce immaginari simbolici ad alto valore emozionale, e li pone alla portata di tutti, sulle pareti stradali e sui muri metropolitani. È un artista politico, che affronta temi scottanti con simboli e intelligenza visiva, con l’impatto rapido di un messaggio in cui riconoscersi senza confondersi.
In mostra serigrafie e litografie provenienti da collezioni private a sfondo politico e sociale, come We the people – defend dignity una grafica politica in risposta diretta al sentimento xenofobo, razzista e anti-immigrati promosso dall’attuale amministrazione statunitense, che fa parte di una serie di 3 ritratti per la campagna We the People pubblicata da Amplifier Art il 21 gennaio 2017, in concomitanza con la Marcia delle Donne, la più grande protesta di un solo giorno nella storia degli Stati Uniti. E la più recente Angel of Hope and Strength dove un’infermiera con ali celestiali e una fiaccola in mano, evoca gli eroi che hanno combattuto l’epidemia di covid-19. L’opera, realizzata nel maggio 2020, è finalizzata alla stampa su magliette la cui vendita andrà a sostenere le attività della Croce Rossa Italiana.

Infine attualissima Angela Davis, figura fondamentale per il movimento afroamericano degli anni Settanta, divenuta uno dei soggetti preferiti di Obey e scelta come immagine-guida della mostra.

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