Fino al 20 settembre, a Forte dei Marmi (LU) sono visibili le opere di Giacomo “Jack” Braglia (Lugano, 1996), artista e fotografo svizzero, nella mostra “Conversations with a Changing World”, sculture e installazioni esposte sul lungomare a cura di Beatrice Audrito.
Il progetto, che gode del patrocinio del Comune di Forte dei Marmi, è promosso dalla Fondazione Gabriele e Anna Braglia e curato da Beatrice Audrito e presenta tre grandi sculture site-specific, frutto dell’ultima fase di ricerca dell’artista, che riflette ancora su temi di straordinaria attualità come la salvaguardia dell’ambiente. “Le nuove opere Same Outcome e Pollution Suppliers sono il frutto di alcuni miei viaggi in Paesi dove la natura è costantemente violentata”, spiega l’artista. “Mari invasi dalla plastica, impianti industriali inquinanti, cemento che giorno dopo giorno sottrae spazio all’agricoltura”. In mostra anche la grande scultura ambientale The Twin Bottles. Message in a Bottle, un’installazione realizzata a quattro mani insieme allo scultore internazionale Helidon Xhixha, che raffigura in scala aumentata due bottiglie di plastica schiacciate e gettate come rifiuti abbandonati, per lanciare un forte messaggio di denuncia dell’inquinamento dei mari a causa della dispersione della plastica. L’opera, presentata lo scorso luglio a Venezia, in Canal Grande di fronte a Ca’ Vendramin Calergi, grazie al suo messaggio di straordinaria attualità e alla grande attenzione ricevuta dai media internazionali, è divenuta il simbolo della lotta contro la plastica nei mari. Esposta a dicembre 2019 nel prestigioso giardino della Triennale di Milano – che ogni anno ospita l’osservatorio sui cambiamenti climatici condotto da LifeGate -, e poi nello spazio acqueo dello Yacht Club de Monaco Marina, l’opera oggi raggiunge Forte dei Marmi per portare il suo messaggio per un mondo più pulito.
Da alcuni anni Giacomo “Jack” Braglia conduce una ricerca molto interessante al confine tra fotografia e scultura. Servendosi di una tecnica innovativa, l’artista travalica il concetto di immagine bidimensionale dando corpo alla fotografia tradizionale, utilizzando supporti fotografici alternativi: busti in gesso, scudi, sfere e altre forme scultoree che Braglia riveste di immagini fotografiche per permettere alla fotografia di conquistare la terza dimensione, superandone i limiti. La ricerca di Giacomo “Jack” Braglia si occupa da sempre di temi sociali di stringente attualità come l’inquinamento ambientale e la migrazione dei popoli, raccontando le contraddizioni del nostro tempo. Una narrazione visiva condotta servendosi di medium diversi come la fotografia, la scultura, il colore, che confluiscono in un unico output per instaurare cortocircuiti semantici tra oggetto e soggetto rappresentato.