Alexis Harding è l’artista che due anni fa vinse il Premio MAC, consistente in una mostra allo Museo d’Arte Contemporanea di Lissone. Oggi è realizzata questa mostra che rimarrà aperta fino al 27 settembre e mette in luce la densità e intensità cromatica dell’artista. Grazie a una pratica di ripensamento dei limiti della pittura, l’artista ridefinisce l’epidermide della pittura, che, pur perdendo aderenza con la tela, acquista maggiore aderenza con la realtà. Il lavoro di Harding è una combinazione di strategia, controllo, irrazionalità e abbandono.
Esponente di spicco della cosiddetta “pittura processuale”, l’artista esplora e celebra le intersezioni tra astrazione e rappresentazione sottoponendo le opere a una singolare tensione fisica che le imbriglia e le allunga fino al punto di rottura.
Nel piano nobile del Museo, Harding ha realizzato una serie di opere che rispecchiano un modus pingendi che si mantiene poroso e flessibile, come fosse ancora in fieri. I dipinti selezionati per questa sua prima mostra in un museo italiano sono incentrati sulla superficie e sulla struttura della pittura.
Alexis Harding lavora per stratificazioni: l’imprimitura è ottenuta con uno strato di base che mescola pittura a olio con grandi quantità di olio di semi di lino, soluzione che richiede lunghi periodi di asciugatura; in seguito l’artista vi applica una vernice industriale ad asciugatura rapida (in anni recenti ricorre a una vernice spray) che si indurisce in poche ore. Il processo permette di ottenere una superficie tanto complessa quanto intricata, che viene poi tagliata, smossa e trascinata dando origine al dipinto vero e proprio. Tale gestazione consente all’artista di sperimentare un “palpabile senso di scoperta”, alla ricerca di un’eleganza formale che si accorda al nitore e all’esuberanza del colore.
La metapittura di Harding collima con la metafora della “rottura” e della “distruzione”. I dipinti vengono scanditi da una maniacale lentezza, impiegano settimane per stabilizzarsi, dopodiché l’artista interviene sulla superficie con gesti istantanei e risolutivi. Anche se le azioni/decisioni vengono prese in pochi secondi, il lavoro continua a evolvere nel corso dei mesi successivi, assecondando gli smottamenti cagionati dalla forza di gravità: le opere esistono nel momento, ma sono anche, paradossalmente, fissate nel tempo, per sempre.
I dipinti di Harding sono astratti solo in apparenza. Nel corso degli anni, il suo lavoro ha attinto a suggestioni molto ampie e diversificate che coinvolgono il mondo naturale e l’anatomia umana. Ciò nondimeno, le immagini si mantengono ambigue, demandando allo spettatore il compito di stabilirne l’identità e deciderne il significato.