Carlo Benvenuto. L’originale


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Gianfranco Maraniello è il curatore della mostra di Carlo Benvenuto (Stresa, VB, 1966) ospitata al MART di Rovereto fino al 18 ottobre “L’originale”.

La mostra è composta da circa sessanta lavori realizzati dagli anni Novanta ad oggi: opere fotografiche, sculture e dipinti creano un unico grande componimento metafisico. Attraverso assonanze e riflessi, il percorso orbita attorno a una stanza centrale dove dialogano quattro variazioni di autoritratto.

Carlo Benvenuto – Senza titolo, 2008 – Collezione privata Roma


In oltre vent’anni di lavoro il privilegio del mezzo fotografico ha portato Benvenuto a una serrata indagine fenomenologica sul mondo come verifica percettiva e sentimentale della vita, contemplando ciò che appare familiare, domestico, intimo, esplorando la muta insistenza degli oggetti e risolvendo lunghe fasi preparatorie del lavoro nell’immediatezza dello scatto fotografico. In questo universo di oggetti, mobili e specchi, la narrazione, così come la mitologia privata, sono silenziose: le opere sono senza titolo, non descrivono.
Il rapporto in scala 1:1 e l’utilizzo del banco ottico senza ricorso a interventi correttivi in digitale sono gli indizi di una strategia di fedeltà all’esistente che però non realizza alcuna immagine documentaria o di tenore realistico.
La qualità apparentemente pittorica delle immagini ottenute e i sorprendenti equilibri compositivi concretizzano una straordinaria metafisica del quotidiano. La felice classicità dell’opera di Benvenuto impone confronti con la grande arte del Novecento, oltre la contingenza del tempo storico evocando, come sottolinea Massimiliano Gioni nel suo testo in catalogo, l’atmosfera sospesa del Realismo Magico, il rigore e la sobrietà di Luigi Ghirri o l’ossessione per i dettagli di Domenico Gnoli, i teatrini metafisici di de Chirico, Savinio e de Pisis e l’attenta orchestrazione dell’immagine delle nature morte di Giorgio Morandi.
Nelle varie trame che connotano il percorso espositivo si afferma costantemente il tema del doppio, attraverso riflessi, abbinamenti, dialoghi con i dipinti della collezione del museo, ripetizioni e varianti fino a incontrare un autoritratto pittorico che Benvenuto ha concepito come “solitario”, unico a scrutare il vuoto, enigma apparentemente senza corrispondenza, ma decisivo indizio per considerare tutta l’opera dell’artista come suo necessario rispecchiamento. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo che include un esteso saggio sull’opera di Carlo Benvenuto proposto da Gianfranco Maraniello, il contributo critico di Massimiliano Gioni, un approfondimento realizzato da Daniela Ferrari in relazione agli autoritratti di Morandi, de Chirico e Guttuso inseriti in mostra e una conversazione tra Chiara Ianeselli e lo stesso Carlo Benvenuto sui temi dell’esposizioni al Mart e su questioni più generali relative alla poetica dell’artista.

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