Al PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, fino al 28 marzo è aperta la mostra “Sotto Sopra”, curata da Maria Savarese e dedicata a Omar Hassan (Milano, 1987), per il quale il tempo è un oggetto di ricerca, un’unità di misura e un’ossessione artistica. Promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, realizzata in collaborazione con la Fondazione Alberto Peruzzo, la Prometeo Gallery e la Fondazione Cavaliere del Lavoro Alberto Giacomini, con il coordinamento tecnico e organizzativo di Editori Paparo, l’esposizione contiene tutte le opere inedite e realizzate ad hoc per il PAN e la città di Napoli.
Trentatreenne, figlio di madre italiana e padre egiziano, allievo di Alberto Garutti, grande esponente dell’arte contemporanea italiana, Hassan ha realizzato il suo nuovo viaggio come un rito di passaggio, un cambiamento, un passo oltre il suo già visto.
Spogliando i suoi gesti
pittorici del colore, svelando l’anima vera del concetto, ha cercato di
giungere a una politica dell’interieur evidenziando l’aspetto più intimo del
lavoro. Lo ha fatto lavorando sul Bianco e il Nero, protagonisti in questo
tentativo di evidenziare gesti pittorici di sintesi, così che il colore diventi
un ponte fondamentale dell’espressione dell’artista. Questa mostra invita a
riflettere sull’importanza del singolo nella nostra società (tappini, sculture)
e sulla giusta attenzione che dovremmo porre al luogo in cui viviamo e in cui
vivranno i nostri figli. Uno sguardo critico e amorevole come quello che le
opere cercano di offrire. Critico perché in relazione e in gioco con l’energia
della città e amorevole per esaltarne la forza.
In Omar Hassan l’Arte emerge (anche) come bisogno e come rinascita, come
espressione di stati d’animo, esplosione di energia, sintesi progettuale. Nelle
sue opere sono presenti diversi segni del presente: dalla cultura della street
art presente nella serie “Injections”, all’action painting che rimanda alle sue
radici egiziane e all’arte islamica; dalla serie sul pugilato “Breaking
Through”, 121 grandi quadri legati alla sintesi del gesto (e qui sono esposte anche
due nuove opere della serie Breaking Through Black) alle tele della serie “Time
Lines”.