Per questa mostra, esposta a Palazzo Roncale di Rovigo
fino al 28 giugno, i curatori Alessia Vedova, Mauro Carrera, Barbara Codogno, Virginia
Baradel hanno scelto le opere di Dorè, Rauschenberg, Brand con le quali viene
rievocata la prima Cantica dantesca dal punto di vista di tre secoli differenti.
L’Inferno in versione ottocentesca non poteva che essere quello, universalmente
noto, del francese Gustave Doré, di cui è esposto in mostra l’intero corpus di
75 tavole. Per evocare l’Inferno in versione novecentesca, sono state riunite
le immagini di “Dante’s Inferno (1958–60)” dello statunitense Robert Rauschenberg.
Un’artista donna, la tedesca Brigitte Brand è stata, infine, chiamata ad
illustrare l’Inferno con occhi e sensibilità di oggi. L’artista propone anche
un Omaggio alla Grande Quercia, l’albero cui Dante sarebbe stato tributario
della propria salvezza. Alla Grande Quercia di Dante, nello stesso Palazzo
Roncale, è riservata un’ampia sezione documentativa.
La mostra ripercorre i 33 canti, oltre all’Introduzione, della Cantica.
Ciascuno è introdotto dai versi più famosi e da una breve sintesi, a complemento
delle tavole dei tre artisti.
“Gustave Dorè (presente in mostra con le tavole di una grande collezione parmense) è riuscito nella impresa di rappresentare in segni grafici e forme, quanto i versi di Dante hanno espresso in una delle opere poetiche più elevate di ogni tempo.
Per rappresentare il suo Inferno,
Rauschenberg scelse la tecnica del disegno di riporto (transfer drawing),
combinando i suoi disegni e acquerelli con immagini trasferite dalle pagine di
riviste patinate. Le tavole del Dante’s Inferno qui esposte sono parte della
tiratura che Rauschenberg autorizzò al gallerista Lucio Amelio. La cartella
destinata a questa mostra era quella personale del celebre gallerista.
Accanto a due cicli celeberrimi, la mostra propone l’Inferno letto con la sensibilità
dei nostri tempi dall’artista tedesca Brigitte Brand, che ha scelto il Parco di
un altro fiume, il Sile, come buen retiro per realizzare questa sua monumentale
opera.
“Visioni dell’Inferno” si allarga ad altre testimonianze, a sottolineare la fascinazione
delle Commedia lungo i secoli sino alle forme contemporanee di espressione.
Dall’Accademia dei Concordi e dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di
Rovigo sono state concesse alla mostra alcune preziose, antiche edizioni della
Commedia, mentre a completare la mostra è l’originale volume “L’Inferno di
Dante. Una storia naturale” (Mondadori, 2010) illustrato e commentato da
Patrick Waterhouse e Walter Hutton, due giovani artisti in residenza a Fabrica,
il laboratorio creativo di Benetton.
Un ulteriore spazio è riservato all’“Inferno di Topolino” del 1949, disegnato
da Angelo Bioletto e sceneggiato da Guido Martina in terzine dantesche.
“La Quercia di Dante” è un progetto di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova
e Rovigo, Comune di Rovigo, Accademia dei Concordi, Parco Regionale del Delta
del Po Veneto (Riserva della Biosfera MAB Unesco), Comune di Ariano nel
Polesine, insieme ad altre istituzioni territoriali e nazionali.