Giovanni Anselmo. Entrare nell’opera


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La prestigiosa Accademia Nazionale di San Luca di Roma dedica a Giovanni Anselmo (Borgofranco d’Ivrea, TO, 1934), insignito del Premio Presidente della Repubblica 2016 per la Scultura, una mostra retrospettiva presso la propria sede di Palazzo Carpegna che ripercorre gli oltre cinquanta anni della sua attività artistica.

Giovanni Anselmo, Entrare nell’opera, Uno scorcio della mostra all’Accademia Nazionale di San Luca, Palazzo Carpegna, Roma 2019, Photo Andrea Veneri

L’esposizione, che sarà aperta al pubblico fino al 31 gennaio 2020, si compone di 27 opere appositamente selezionate dall’artista, tra le più significative dell’intera sua produzione. Opere per la maggior parte di grandi dimensioni, che spaziano dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, provenienti, oltre che dalla sua collezione personale, da importanti istituzioni, gallerie e raccolte private italiane, tra cui il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la GAM di Torino e il MART di Rovereto.

Numerosi e di varia natura i materiali utilizzati da Giovanni Anselmo per le sue opere: dal ferro e stoffa di Torsione (1968), alla spugna di mare e ferro di Respiro (1969), dalla fotografia stampata su tela di Entrare nell’opera (1971), alla pietra, cavo d’acciaio e pigmento di Verso Oltremare (1984), fino alla terra e ago magnetico di Mentre la terra si orienta (1967/2019) a testimonianza di una attenzione verso le qualità delle cose e verso la loro intrinseca particolarità ed energia che, incrociando altre energie, riverbera per divenire fatto poetico, orientato ad accogliere nell’arte il tutto.

Uno degli obiettivi della mostra è quello di accompagnare le persone in un percorso di più approfondita comprensione dell’opera d’arte contemporanea e, appunto, “entrare” in essa, nei suoi concetti, nei suoi messaggi attraverso le sue forme e i suoi materiali. L’artista ha dato personalmente indicazioni per procedere nel giusto verso.

Giovanni Anselmo è uno dei maggiori protagonisti dell’Arte Povera. Alla fine degli anni Cinquanta inizia a lavorare come grafico in uno studio pubblicitario e, parallelamente, si esercita autonomamente nelle tecniche della pittura. Verso la metà degli anni Sessanta, abbandona le sperimentazioni pittoriche, per concentrarsi in quei primi lavori che mostrano linee di tensione, realizzate con tondini di ferro in stretta relazione con l’energia della forza di gravità e l’equilibrio, che si rivela se appena solo sfiorate. Da quel momento, costante nella sua opera è l’attenzione verso l’energia, la gravitas, la posizione spaziale, la parte per il tutto e l’esprimersi attraverso tensioni di spinte opposte. Concetto e contenuto reale si congiungono in un’unione non narrativa, tra finito e infinito, tra visibile e invisibile in una costante dimensione poetica dell’esperienza assolutamente non retorica e candidamente umana.

Questa mostra è allestita nelle sale espositive, nel cortile e sulla rampa ellittica per concludersi in fondo nelle sale del piano nobile, che ospitano la galleria dell’Accademia. Anselmo ha così costruito un itinerario rarefatto ma rigoroso, che permette di seguire agevolmente le diverse tappe del suo percorso.

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