OMNIA, la Biennale d’Arte di Alessandria, organizzata da Associazione Libera Mente Laboratorio di Idee e quest’anno alla sua terza edizione, si tiene nel Palazzo del Monferrato di Alessandria fino al 5 gennaio 2020, con un progetto originale della Dep Art Gallery di Milano pensato e definito con Matteo Galbiati, unisce i capolavori di Natale Addamiano (1943), Alberto Biasi (1937), Pino Pinelli (1938), Turi Simeti (1929).
In mostra vengono messi in evidenza i quattro colori principali: rosso, bianco, giallo, blu, colori molto amati dai quattro protagonisti che li hanno trattato in maniera assolutamente personale.
Il colore, infatti,
inteso e dichiarato attraverso le sue consistenze, i suoi spessori, la sua
malleabile duttilità espressiva, resta il tema cruciale che si sviluppa, sempre
con una diversa attitudine, ispirazione e temperamento, nelle interpretazioni
agite dalle rispettive ricerche, ormai consolidate e storicizzate, di
Addamiano, Biasi, Pinelli e Simeti, artisti che non hanno mai rinunciato a
ricorrere a questo elemento quale entità e soggetto identitario e primario del
loro fare. Essere dentro e dietro la materia, lo spessore, il fatto determinato
dalla concretezza del colore è il tracciato per rivendicare un ideale
itinerario artistico nell’arte italiana dagli anni Sessanta a noi, di cui
questi autori sono imprescindibili punti di riferimento.
La loro pratica artistica ha conquistato nel tempo un’affermazione dettata
dalla profonda attitudine all’analisi del colore che si interpreta e traduce,
nelle loro opere, come agente attivo e dinamico di senso, instancabile motore
di immagini, di idee, di tensioni e percezioni che movimentano, in modo fattivo
e prorompente, lo spessore e la fisicità del supporto concreto su
cui o da cui si origina.
Concreta e frantumata, monocroma o vibrante, ottica e suggestiva, ispessita e
dispersa, la materia cromatica conduce a quattro considerazioni che,
attraversando le loro storie personali e incrociando le vicende e gli
accadimenti artistico-culturali della seconda metà del Novecento, proiettano la
loro riflessione, e le conseguenti estetiche, nella piena attualità del nostro
tempo, segno di un lavoro instancabile che ancora prosegue oggi e ancora molto
ha da raccontare e da dire.
Di Natale Addamiano sono esposti “I cieli stellati”, serie di opere
che rappresenta l’epicentro e l’orizzonte del suo immaginario e che raccontano
la sua passione per una pittura tradizionalmente intesa ed espressa, foriera di
un romanticismo lirico e profondo, capace di oltrepassare i limiti stessi del
paesaggio che provano a pronunciare.
Il lavoro artistico di Alberto Biasi si orienta ad una relazione
stretta con lo spettatore che nelle opere rivela un processo di interazione
attiva, dinamica e rinnovata nel tempo e nelle diverse circostanze della
visione. Percezioni e movimenti, alterazioni o mutazioni, apparenti o virtuali,
agiscono come elementi innovativi tesi ad agire sulla struttura stessa dell’opera
che muta sempre la propria istanza fisica e intuitiva. Luce, colore, materiali
innovativi, dimensione oggettuale, incidenza fisica, alterazione strutturale e
visiva, meccanica costruttiva, tensioni e torsioni sono alcuni degli elementi
che attraversano la prolifica e diversificata produzione creativa di Biasi.
Pino Pinelli è certamente uno dei più coerenti ed autorevoli maestri di
quelle istanze pittoriche che vengono identificate nell’ambito della Pittura
Analitica e, in questa mostra, vengono sottolineate quelle sue interrogazioni che
lo hanno portato a indagare lo status del colore quale strumento
principale e concreto del fare pittura.
Il valore della pittura di Turi Simeti sta nell’aver eletto un
elemento primario a segno moltiplicatore della sua azione artistica,
salvaguardando l’identità della sua personale intuizione analitica. L’ovale si
pone come cellula identificativa del suo essere che, legata indissolubilmente
alla riconoscibilità diretta dell’autore, si rende capace di rinnovare, in una
ripetuta e differente prassi costante, la leggibilità assoluta della superficie
quale luogo dell’accadere della forma-concetto del dipingere.
La mostra è una preziosa occasione per poter osservare l’incisività dei loro
racconti che, senza essersi ancora esauriti, sono la miglior attestazione di
quell’esperienza dettata da una storia e da una tradizione che ha, in loro, le
sue radici: dentro e dietro la materia del colore.