L’installazione di Muhannad Shono (Riyadh, Arabia Saudita, 1977) creata site-specific per il giardino della GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, voluta dalla Fondazione Torino Musei in occasione di Artissima 2019, appartiene anche al nuovo progetto per l’edizione 2019 “Hub Middle East”, che prevede la presenza a Torino dei più significativi rappresentanti di fondazioni, musei e gallerie insieme a collezionisti, critici, curatori e artisti del Medio-Oriente.
Visibile fino al 19 gennaio 2020, l’installazione è realizzata con 3.500 tubi in PVC nero disposti come un accampamento di fortuna con l’intento di apparire “fuori dal contesto di tempo e spazio” e l’intenzione di ricostruire il Pensiero Arabo. I tubi presentano minute decorazioni che richiamano la raffinatezza degli antichi volumi miniati della cultura arabo-islamica andati distrutti nella Presa di Baghdad.
Baghdad, Capitale del Califfato Abbaside fondata nel 762 DC, fu annientata nel 1258 dalle orde mongole. All’epoca era un centro culturale di scambio e sviluppo intellettuale e la sua Biblioteca Bayt al-Ḥikma “Casa della Sapienza” era il fulcro dell’eccellenza nella trasmissione del sapere, dove filosofi, scienziati e studiosi si incontravano nella Madinat al-Salaam o “Città della Pace”, e si scambiavano erudizione e conoscenza ai più alti livelli. L’Epoca d’oro è stata un periodo di fioritura culturale, economica e scientifica nella storia dell’Islam.
La presa di Baghdad fu un evento traumatico: durò 40 giorni e si diceva che il fiume Tigri fosse rosso per il sangue degli intellettuali assassinati e nero per l’inchiostro dei volumi distrutti.
Muhannad Shono riconsidera gli accadimenti storici appresi a scuola e l’impatto che hanno avuto su di lui e sul pensiero collettivo islamico. Poiché rifiuta l’idea che la gloria è data dal potere e dalle vittorie in battaglia, sospende questi insegnamenti nel tempo e rimappa e riscrive una nuova cronologia. L’artista suggerisce di tornare all’antica gloria dell’Epoca d’oro di Bagdad non attraverso la resurrezione dei califfati bensì tramite la ricerca di conoscenza, l’emancipazione del pensiero libero e la ricostruzione della Casa della Sapienza Araba.
Il progetto è stato pensato dall’artista appositamente per gli spazi del museo ed è realizzato in collaborazione con la Athr Gallery di Jeddah e grazie al supporto dello studio Leading Law Notai e Avvocati di Torino.