Per la terza edizione de “Il Tempo Dello Sguardo”, a cura di Massimo Vitangeli, nella Grande Cucina dei Sotterranei del Palazzo Ducale di Urbino, Spazio K, è allestita la mostra di Filippo Berta (Treviglio 1977), aperta al pubblico fino al 24 novembre. Con la propria ricerca Filippo Berta indaga le tensioni sociali che coesistono tra individuo e le diverse condizioni esistenziali, disponendosi con una propria filosofia sociale, realtà identitaria e politica del desiderio.
Il suo preciso interesse per questi traslati confluisce in una pratica prevalentemente costituita da performance collettive, video e fotografia, di vitale edificazione che mettono a fuoco quella realtà codificata fatta di normali azioni quotidiane con l’intento di far emergere i dispositivi imperfetti che causano diseguaglianze, contrasti e tensioni della condizione umana; lo fa esplorando con un particolare sguardo prossemico, dove le piccole verità si muovono facendo sentire la loro persistente vibrazione e urgenza di essere portate allo scoperto presentandocele come forme dualistiche e disarmoniche.
Berta dunque fluttua sull’interrogativo del senso della vita, suscitando l’energia del dubbio, dei paradossi semantici e degli stati estranianti, sovvertendo quella realtà che siamo abituati a desiderare e percepire. Il suo intento è individuare quei dispositivi tensivi, offuscati e celati da una realtà entropica e disarmonica per condurre lo spettatore in uno stato altamente riflessivo, che trascende l’aspetto estetico seppure attrattivo, a favore di una seduzione potente e generativa provocata dallo spiazzamento metafisico, dal turbamento sensoriale, dall’interferenza e dal disorientamento.