Al MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, fino al 26 gennaio 2020 è aperta la mostra dedicata ad Enzo Cucchi (Morro d’Alba, 1949), riconosciuto tra le figure più influenti della scena artistica contemporanea, straordinario inventore di immagini potenti ed enigmatiche.
Quello che presenta in questa occasione è un nuovo progetto, ideato appositamente per gli spazi del Museo romano.
L’artista propone in questa
mostra un’unica opera che si rivela essere un gesto
radicale nella sua rarefazione di oggetto singolo, di modeste dimensioni in
relazione all’architettura dello spazio, progettata da Zaha Hadid, esposto su
una base che diventa essa stessa parte integrante del lavoro. Gesto ancora più
radicale, quello della scultura di marmo, perché
sottolineato da altri interventi in galleria, piccoli oli su tavola,
un’installazione che accoglie il visitatore sulle scale di ingresso, che
fungono da soglie, appunti, che ribadiscono così l’unicità e la
centralità dell’opera.
L’opera
è un putto, al cui alluce appare aggrappato uno scorpione, mentre
una mano è appoggiata su un agli occhio nel gesto del cannocchiale per
focalizzare la visione; essa reinterpreta in un’immagine contemporanea
l’iconografia classica del bambino nudo, con riferimenti che ricorrono nella
storia dell’arte e che vanno dalla statuaria romana ai grandi affreschi
barocchi.
Con questa opera/gesto Enzo Cucchi torna a parlare di Roma, sua città di
adozione, nella cui culla si nutre da sempre e nella quale coglie il senso di
resistenza personale e civile all’inarrestabile avanzare di un mondo basato
sulla velocità e sull’emergenza e di una cultura della tecnica e della scienza
che prosciuga ogni giorno di più gli spazi del desiderio e della libertà di
pensiero.
La ricerca di Cucchi ingloba visioni oniriche, cultura popolare mistica e
religiosa della sua terra d’origine e storia dell’arte, con espliciti
riferimenti alla letteratura classica e alla mitologia, e si traduce in
un’estetica che spazia tra il tempo e la storia, sintetizzando così miti
individuali e immaginario collettivo.