Il Centro Italiano per la Fotografia di Torino, CAMERA, propone fino al 19 gennaio prossimo, una mostra che omaggia Man Ray “wo-Man Ray. Le seduzioni della fotografia”, realizzata a cura di Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola.
La mostra è composta da circa duecento fotografie, realizzate a partire dagli anni Venti fino alla morte (avvenuta nel 1976), tutte dedicate a un preciso soggetto, la donna, fonte di ispirazione primaria dell’intera sua poetica, proprio nella sua declinazione fotografica.
Sono comprese nel gruppo esposto alcune delle immagini che hanno fatto la storia della fotografia del XX secolo e che sono entrate nell’immaginario collettivo grazie alla capacità di Man Ray di reinventare non solo il linguaggio fotografico, ma anche la rappresentazione del corpo e del volto, i generi stessi del nudo e del ritratto. Attraverso i suoi rayographs, le solarizzazioni, le doppie esposizioni, il corpo femminile è sottoposto a una continua metamorfosi di forme e significati, divenendo di volta in volta forma astratta, oggetto di seduzione, memoria classica, ritratto realista, in una straordinaria, giocosa e raffinatissima, riflessione sul tempo e sui modi della rappresentazione fotografica e non solo.
Assistenti,
muse ispiratrici, complici in diversi passi di questa avventura di vita e
intellettuale sono state figure come quelle di Lee Miller, Berenice Abbott,
Dora Maar, con la costante, ineludibile presenza di Juliet, la compagna di una
vita a cui è dedicato il portfolio “The Fifty Faces of Juliet” (1943-1944) dove
si assiste alla sua trasformazione in tante figure diverse, in un gioco di
affetti e seduzioni, citazioni e provocazioni.
Ma queste donne sono state, a loro volta, grandi artiste, e la mostra si
concentrerà anche su questo aspetto, presentando un corpus di opere, riferite
in particolare agli anni Trenta e Quaranta, vale a dire quelli della loro più
diretta frequentazione con Man Ray e con l’ambiente dell’avanguardia dada e
surrealista parigina.
Si tratta di una mostra unica, sia per la qualità delle fotografie esposte, sia per il taglio innovativo nell’accostamento insieme biografico e artistico dei protagonisti di queste vicende. Un grande repertorio di immagini reso possibile grazie alla collaborazione con numerose istituzioni e gallerie nazionali e internazionali dallo CSAC di Parma all’ASAC di Venezia, dal Lee Miller Archive del Sussex al Mast di Bologna alla Fondazione Marconi di Milano. Realtà che hanno contribuito, tanto con i prestiti quanto con le proprie competenze scientifiche, a rendere il più esaustiva possibile tale ricognizione su uno dei periodi più innovativi del Novecento, con autentici capolavori dell’arte fotografica come i portfoli “Electricitè” (1931) e il rarissimo “Les mannequins. Résurrection des mannequins” (1938), testimonianza unica di uno degli eventi cruciali della storia del surrealismo e delle pratiche espositive del XX secolo, l’Exposition Internationale du Surréalisme di Parigi del 1938.
La mostra è corredata da un catalogo contenente la riproduzione delle opere esposte, i saggi dei curatori e di altri studiosi, nonché essenziali note bio-bibliografiche.