Giuseppe Penone. Incidenze del vuoto


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Giuseppe Penone (Garessio, CN, 1947) espone, fino al 2 febbraio 2020, le sue opere nel Complesso Monumentale di San Francesco di Cuneo nella mostra “Giuseppe Penone: Incidenze del Vuoto” prodotta dalla collaborazione tra lFondazione CRC e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, mentre nei cortili del Castello di Rivoli dall’11 ottobre verrà esposta l’opera “Identità”.

Giuseppe Penone, Matrice (particolare), © Archivio Penone

La mostra, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e con l’assistenza curatoriale di Giulia Colletti, consente di ammirare da vicino alcuni dei più importanti capolavori di Giuseppe Penone, artista conosciuto in tutto il mondo: “Matrice”, scultura monumentale del 2015 allestita lungo l’intera navata centrale di San Francesco, e nelle cappelle laterali le opere scultoree “Dafne” e “Gesti vegetali” e una selezione di disegni.

Penone è emerso alla fine degli anni Sessanta nell’ambito dell’Arte Povera, tra i movimenti artistici più importanti e innovativi del XX secolo a livello internazionale che trova la sua origine in Piemonte, dal quale proviene un importante nucleo del gruppo di artisti. L’Arte Povera è generalmente definita come un’arte di materiali e tecniche eterogenei e “poveri”. Più importante di questo aspetto è il fatto che tali artisti sono interessati a creare situazioni reali di energia, in cui natura e cultura non sono opposti. Oggi l’Arte Povera, e in particolare l’opera di Penone, gode di un rinnovato interesse, anche legato all’apprezzamento di quella libertà artistica e dell’interesse per la natura in essa presenti.

L’arte di Penone esplora i fondamenti della scultura come modo di conoscere e comprendere empiricamente il mondo. La sua arte si basa sul principio di incarnare una consapevolezza fisica, tattile-visiva, di tutti gli organismi e delle loro trasformazioni. Penone percepisce il mondo e la vita in modo scultoreo, toccandone e accarezzandone le parti costitutive. Persino l’atto di respirare è una forma di scultura automatica, prodotta senza accorgersene. La scultura riguarda l’intaglio, lo scavo e la produzione di vuoti oppure, al contrario, concerne la fusione, la duplicazione e la moltiplicazione, attraverso una serie di passaggi, dal positivo al negativo, della forma oggetto di duplicazione o copia. Sia l’addizione che la sottrazione avvengono attraverso gesti di incontro e, quindi, attraverso relazioni di intenzione tra l’umano e la materia, tra l’umano e il non umano.

Il catalogo edito per l’occasione contiene un saggio e un’intervista a Giuseppe Penone di Carolyn Christov-Bakargiev, una serie di disegni inediti che ripercorre come in un viaggio lo svolgimento cronologico e geografico delle opere scrivendo per la prima volta attraverso parole e immagini il racconto che le lega ai due luoghi che le ospitano.

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