Medardo Rosso


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Il Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps ospita, fino al 2 febbraio 2020, la retrospettiva su Medardo Rosso (Torino, 1858 – Milano, 1928), uno dei maggiori esponenti dell’Impressionismo italiano, con una ricca selezione di opere in cera, gesso e bronzo.

La mostra, curata da Francesco Stocchi, vuole essere l’occasione di una riflessione ampia sulla scultura, che si avvale dell’accostamento delle opere di Medardo con alcuni dei massimi capolavori della classicità custoditi nel Museo di Palazzo Altemps, in un percorso di lettura del repertorio e della modernità dell’artista reso perciò ancor più stimolante e inedito.

Nelle sale del primo piano la mostra si svolge in un un percorso tematico, attraverso alcuni dei soggetti trattati dell’artista di cui sono presentate differenti versioni, in una scelta determinata da ragioni non solo iconografiche, ma soprattutto compositive e tecniche: la straordinaria originalità di Rosso nello sperimentare utilizzi assolutamente inediti dei materiali e la conseguente varietà della resa materica saranno restituite attraverso la selezione di opere in cera, gesso e bronzo, i materiali a lui congeniali nella resa di quello che egli stesso definì “spazio fuggitivo della frazione di un secondo”.
Lo scultore, stimato da artisti suoi contemporanei quali Edgar Degas e Auguste Rodin, influenza più tardi anche BoccioniCarrà e Manzù. Lontano dall’idea di una statuaria monumentale, l’artista realizza opere di piccolo formato, spesso in cera, materiale molto più facile da plasmare, riuscendo nell’impresa di portare l’Impressionismo in scultura.

Temi molto ricorrenti sono i soggetti della vita quotidiana e i ritratti dei bambini; fra le opere più famose ricordiamo: l’Ecce Puer, La PortinaiaIl Bambino MalatoBimbo Ebreo. Ciò che emerge dalle sue opere, non è una raffigurazione oggettiva delle cose, ma la restituzione plastica dell’effetto della luce e dell’atmosfera con il disfacimento della materia che ne consegue.

Tutti questi aspetti sono presenti nell’esposizione romana che, attraverso un percorso tematico e alcuni soggetti trattati dall’artista, restituisce la straordinaria originalità di Rosso nello sperimentare in maniera inedita sui diversi materiali.

Un’interessante sezione della mostra è infine dedicata alle fotografie dell’artista. Dalla fine dell’Ottocento la fotografia assume per Rosso il senso di una ricerca autonoma e compiuta, un nuovo mezzo per proseguire il suo studio sulla materia e sulla luce, ormai svincolato dal confronto col vero.

La mostra è corredata da un catalogo edito da Electa.

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