Da oggi al 26 gennaio 2020, il Museion di Bolzano presenta “Oscillations”, la prima personale in un museo italiano di Marguerite Humeau (1986, Cholet, Francia).
La mostra è realizzata in collaborazione con New Museum, New York; Kunstverein in Hamburg, con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati, Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, a cura di Letizia Ragaglia e Frida Carazzato.
Nei suoi lavori Humeau indaga la nostra epoca digitale
immergendosi nei grandi enigmi sedimentati nei secoli, nei paradossi e nelle
contraddizioni della storia dell’umanità e nei suoi millenari tentativi di
stabilire una connessione con l’universo.
Con un approccio interdisciplinare e speculativo, nelle
sue ricerche l’artista coinvolge esperti ed esperte di diverse discipline:
dalla paleontologia alla musica, dalla zoologia alla linguistica,
dall’ingegneria alla biologia. Dalla sua opera
sfaccettata, composta principalmente da disegni, installazioni sonore e
scultoree, emergono ipotesi aperte, che stimolano la capacità immaginativa del pubblico.
Questa mostra è composta da un gruppo di sculture in bronzo, alabastro, marmo e pietra in una grande installazione immersiva che si propone come spazio immaginario di transizione e oscillazione tra il mondo umano e quello degli spiriti. Il progetto prende le mosse dalla fascinazione e il mistero intorno alle statuette preistoriche delle Veneri, risalenti all’età paleolitica (circa 35.000-11.000 anni fa). In particolare l’artista esplora le relazioni che potrebbero avere le sostanze psicoattive provenienti da cervelli animali sulle forme scultoree delle figure preistoriche delle Veneri stesse. La mostra a Bolzano è la terza e ultima tappa di un più ampio progetto di ricerca e di collaborazione, che ha toccato il New Museum di New York (Birth Canal, 2018) e quindi il Kunstverein di Amburgo (Ecstasies, 2019).